S_CAROGNE

La luna affogata nel pozzo


Avevo dato l’anima, la mia, la tua. Avevamo ipotecato tutto in nome del TUO progetto: lo spettacolo. Tre anni di laboratorio, revisioni, migliorie. Ogni settimana. Qualsiasi giorno. Ore di sudore e fatica; soldi, ma quelli si sa, se spesi con passione pesano di meno, almeno sul momento. Eravamo affianco. Tu la ragione, io l’istinto. Tu lo schema, io l’imprevisto che funziona. Era bello tornare a casa sudice. I piedi neri perché si lavorava scalzi. Sulla pelle l’odore dell’altra. Di te. Era la nostra unione, la corda tesa che ci permetteva di ergerci al di sopra del grigio, di crederci. E tutti, tutti vedevano, leggevano, invidiavano il nostro esserci, essere l’una per l’altra. Ci amavamo, ricordi?Poi il contrasto. Lui va via. Tu credi di farcela anche senza la sua esperienza. Io penso sia impossibile. Andiamo avanti un po’. Mi metto in gioco, non ti abbandono, fino all’evidenza.Gli specchi sono fatti per specchiarsi. Lapalissiano, non trovi? Eppure tu, prima di farlo, hai bisogno di frantumarli. Troppo faticosa l’immagine, intera, della tua aura senza corpo!“Tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile” mi hai detto quel giorno. Io ammutolita. Tu cieca.Ora sei sola. Unica compagnia le tue parole, il tuo progetto, il tuo sogno di gloria attaccato alla sottana di chi è più in gamba di te.L’altro giorno hai telefonato. Era più di un anno che non ci sentivamo. Mi hai chiesto scusa, di nuovo. Di nuovo suono vuoto. Hai detto che “solo io potevo capire”. Cosa? Perché? Hai parlato per ore, senza un “come stai?”. Hai sfogato la tua insicurezza, hai cercato comprensione. Io ho taciuto, in attesa. Attesa di un senso, di una ragione. Di un rapporto. Hai inveito contro il mondo che ti ha abbandonato, che non ti ha capito. Il mondo tranne me, perché: “tu lo so che ci sei sempre, anche in silenzio”. E’ stata quella frase che deve avermi fatto scattare la molla. Ho interrotto il tuo ubriaco fluire: “Cos’hai detto, scusa?”. Lo hai ripetuto. “Vedi, è qui che sbagli. Non ricordi? Tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile, e tu nella mia vita hai smesso di essere una cosa e l’altra. ”. Ho riattaccato. Addio, Marta.Nota la margine: Lunedì, dopo anni, inizio un nuovo laboratorio teatrale.Nota al margine 2: Due pecore si guardano. Passa un minuto… un quarto d'ora… tre quarti d'ora… Alla fine una fa all'altra: "Bhe"?!Questo per L’amica fidata che si era raccomandata affinché il post fosse esilarante.