S_CAROGNE

Senza fine


 [Io ti amo (e se non ti basta vaffanculo)]Solitamente le donne, prima di manifestare una parvenza di solidarietà femminile, attendono di essere ottantenni e sole. La nostra, ehm, non comune sensibilità ci ha di contro indotte a una coalizione in un'epoca precedente la menopausa.La storia la conoscono tutti: io, nell'ambaradan che caratterizza la mia esistenza, ho inserito semplicemente tra un “Accompagnare la bimba a danza- Fare il cambio di stagione-Andare alla riunione” anche la voce “Postare”, sollecitata – trattasi di un eufemismo- dalla mite (e sono due) Sara. Quanto meno mi è stata concessa libertà di parola e non ho dovuto simulare gravidanze...Gestire, o cogestire, un blog è semplice, anche se impegnativo, ma solo se non si hanno scompensi ormonali; questo non è, purtroppo, il caso della mia sodale, la quale elargisce le sue già provate energie all'arte del raccattare utenti, storditi dal suo eloquio e abbindolati dalle dicerie sulla sua avvenenza fisica messe in giro da irresponsabili ignoti. Inutile dire che l'utente raccattato, essendo uomo, segue un tracciato universalmente noto: la brama infoiato, ignora i consigli del buonsenso e di Erba, la incontra, si diverte per un lasso di tempo che varia dalla mezzora alle due a seconda delle congiunzioni astrali e della disponibilità di parcheggi, indi maledice l'albero genealogico di sara_1971 e di Bill Gates e si dà alla macchia.Nel mentre io devo inserire l'ulteriore voce “Ascoltare, simulando interesse e partecipazione, le esternazioni di Sara”, cosa che può rivelarsi assai più logorante dell'usura causata dalla routine quotidiana e dall'esistenza di mia suocera. E così, ciclicamente, sbotto, auspicando la chiusura del blog e il rallentamento universale della rete.Anche perché tanti sono i giorni in cui fisicamente vado veloce e dietro, in forte ritardo, annaspano dubbi e propositi -in balia dei ricordi - e considerazioni più o meno stupite sull'evolversi degli eventi: quando mi riguardano vorrei quanto meno essere consultata prima che la direzione x o y risultino preferenziali. Ma quando dico “Non gioco più” mi ritrovo a scrivere più di prima, perché lo ammetto, è divertente fare qualcosa gratis, senza conseguenze, senza un fine. (A parte, va bene, quella questione del libro, ma, suvvia, oggi è festa, lasciamo da parte la pignoleria.) Incredibile poi che proprio io abbia deciso di scrivere: ero convinta che potesse farlo solo chi è in grado di descrivere uno sguardo, poi però, pensando a “Mi ritorni in mente, Io vivrò, Penso a te, Un'avventura” ho riempito file non avendo in mente un uomo, ma un cane, o una casa o un pomeriggio lontano. E così eccomi, Sara, al tuo fianco (sì, lo so, come una spina), anche se talvolta raggiungi vere e proprie vette di delirio (di grandezza, di onnipotenza, di persecuzione), ad esempio quando hai ipotizzato l'esistenza di post apocrifi sulla rete. Vi confesso che invero noto dei segnali di saggezza, da ambo le parti: siamo al punto in cui compiamo coscientemente cazzate e quindi i danni sappiamo arginarli senza dover per questo passare ore sul divano a compiangerci, anche perché non ci piace sprecare il nostro tempo, sappiamo che nulla è per sempre (neppure i blog, Sara), non abbiamo un buco libero per i prossimi dieci anni, promettiamo difficilmente e, anche se dicono sia stupido non farlo, su certe cose proprio non riusciamo a cambiare idea.SIGNORI, GRAZIE PER LA VOSTRA QUOTIDIANA ATTENZIONE. NON TEMETE: PRESTO VI LASCEREMO LIBERI.