S_CAROGNE

Coming Back


Perché negarlo? E’stata una settimana magnifica. Un paio di innocenti bugie dovute a semplice carità (verso se stessa) hanno regalato a Sara_1971 sette lunghi giorni pseudo lavorativi in toscana, ufficialmente dedicati ad un seminario dall’alto valore scientifico che la blogger ha seguito attenta come una mula sorda (a proposito: avete sofferto la mia assenza? Sì vero? Quanto? Tanto? Perfetto). Sara, mai del tutto asservita al sistema, ha potuto verificare in diretta le gioie del matrimonio e della maternità grazie alla presenza di una collega foneticamente disturbante quanto il nome della terza grazia: argomento della settimana è stato l’alitosi del figlio grande di tanto in tanto interrotto dal pianto della figlia piccola che ha rivendicato in diretta telefonica il diritto di picchiare a proprio piacimento la compagna di banco. Colpa della compagna di banco, naturalmente, ha precisato la mammina agli astanti (e sai che novità: alle madri i propri figli non sembrano mai obesi, maleducati, arroganti e viziati, quelli, si sa, sono solo i figli degli altri). Sara, è notorio, appena sente piangere un bambino si scioglie (nell’acido) perciò l’inevitabile scelta è stata quella di opporre un muro di fragoroso silenzio al saporito tentativo di conversazione (ed è una dote di una certa rilevanza, suppongo). Ma è al seminario che si sono rese evidenti le più stupefacenti scoperte etologiche del millennio: sembrerebbe infatti che alcuni dotti uomini di scienza meridionali siano capaci di parlare italiano e di farlo persino senza particolari inflessioni. Sara insomma è tornata all’ovile serena e soddisfatta nonostante non abbia incontrato nemmeno un accademico capace di stimolarle la produzione ormonale (è ufficiale, sono inquieta, non solo perché mi trovo in uno di quei momenti della vita in cui qualsiasi cosa io guardi si trasforma inspiegabilmente in un oggetto fallico, ma soprattutto per le sorti dell’amata Creatura). All’ingresso Sara viene accolta da un ammasso di mucillagine maleodorante che suggerisce la presenza in casa di Jay et alios. Nel frigorifero 4 casse di uva. E basta, intendo: non una fetta di pane, un pacco di pasta, una foglia di verdura. Nulla eccetto i chicchi. Da qui si evincono due felici novelle: Jay sta lavorando all’acinino e, di conseguenza, per questo mese le finanze appaiono momentaneamente puntellate in vista di una gloriosa procrastinazione dei debiti. Sul divano Geghe ed il gatto sgranano ad uno ad uno i grappoli. Premessa: dentro di lui (dentro Geghe intendo, non certo nel gatto) vive da sempre una seconda creatura di stampo mistico che mostra una vaga somiglianza col cardinale Ersilio Tonini. A volte questa fa capolino e con il candore del profeta che inaugura l’epoca delle flagellazioni mi mette al corrente delle sue ultime decisioni che, nello specificano, riguardano l’intenzione di trasferirsi nei weekend dall’amata Kali per raggiungere la buddità. Perciò Sara, attualmente vittima di una emozione igienizzante, sta cercando di sfangare almeno la zona notte della sua casetta di marzapane prima di accomodarsi sul giaciglio. Bene adesso, mentre accarezzo i miei mostri a venti teste, vi saluto e vado a letto. Notte. P.S. Il mondo mi deve alcune cose, ecco tutto. Ma prima o poi magari…