S_CAROGNE

Walk on the wild side (parte I)


 (Profondo rosso)Mister X ci spiazza invitandoci al suo quarantesimo compleanno, precisando che è d'obbligo il colore rosso. Ovviamente quella Morticia della mia socia dichiara all'istante “Se lo scorda, io mi vestirei di nero anche al mio matrimonio”. Io, più signorilmente, provo a intavolare un negoziato con il vecchio amico, incentrando la strategia sullo smantellamento della sua proposta: “Il rosso non è il colore dell'anno, è pacchiano se visto al di fuori di una bandiera, fa troppo Capodanno, imbruttisce l'86% delle donne che conosco”. Constatata l'ostinazione di Mister X, il quale addirittura prospetta la possibilità di imporre in alternativa il giallo, premedito di dare buca a lui e a Sara, simulando la visita improvvisa di un vecchio compagno delle scuole elementari ritrovato su Facebook o la rottura delle acque condominiali. Per motivi a me tuttora ignoti, la festa è però annullata il giorno prima dell'evento, a invio avvenuto della mail di rinuncia. Più precisamente, la festa è rinviata di un mese (probabilmente Mister X è stato sommerso di mail e sms di protesta: “La sarta ha bisogno di tempo per confezionare l'abito; le scarpe rosse con il tacco arriveranno fra due settimane; devo andare a Roma fra due giorni e una mia amica mi presterà un abito rosso stile Jessica Rabbit al quale non posso rinunciare”). Tiro comunque un sospiro di sollievo: tra un mese Sara con buona probabilità avrà litigato con lui, la sindrome autunnale di cui sono vittima potrebbe stimolare la mia creatività nel campo della confezione di scuse attendibili, potrebbe nevicare. Ma il mese appena trascorso è stato denso, intenso, imprevedibile e così, quando la gentile Sara mi invia l'sms: “Ricordati della festa in rosso, di comprargli il regalo, di non farmi aspettare: alle 10 passo da te”, la mia prima reazione non è la solita, cioè scagliare a terra il telefonino bestemmiando. La chiamo e le ho chiedo con voce paziente, oserei dire materna: Saretta, come mai ricordi un tuo impegno? Stai bene? Ci tieni davvero? Se è così ti accompagno con piacere, anche perché ho trovato una borsa rossa e un vestitino adatto, che evoca lo scarlatto con discrezione. Dovresti però almeno suggerirmi cosa comprare: tu sai che non ama la lettura, che io non amo comprare maglioni e non ho visto casa sua. Erba, visto che vai più spesso a fare shopping che a fare pipì, non angustiarmi con problematiche di cotanto livello. Compra una cosa qualunque: ha una casa talmente anonima che qualunque minchiata colorata andrà bene.Armatami di calma, mi dirigo in centro ripetendo serafica gli esercizi di training autogeno che ho imparato al corso pre-parto. L'autobus mi lascia davanti al Petruzzelli (sì, quello che era un teatro e che da qualche anno è una impalcatura avvolta da enormi cartelloni). Destra o sinistra? Sinistra. Resisto alla tentazione di massaggiare il mio ego con l'acquisto di un cappotto e procedo con aria compita: la mia è una missione. I regni delle minchiate costose seguono in quanto a utilità i famosi 24 ore, aperti anche il giorno di Pasqua, provvisti di latte, assorbenti e spazzolini: posacenere a forma di sigaretta alti un metro, uccellini in metallo cinguettanti, tostapane a fiorellini... Perfetto, è il posto adatto alla situazione: scelgo nella vasta gamma di cazzate a mia disposizione un paio di oggetti senza nome, privi di una precisa funzione, colorati a sufficienza per appagare la mia amica. Casualmente la commessa incarta i doni con una carta rossa, a testimonianza che anche gli astri benedicono la mia scelta. (continua...)