S_CAROGNE

Il danno


  (Me gustas cuando callas)   Cose sussurrate, cose taciute, riposte, scomposte. Potenziali. Prendo atto. E le parole, queste puttane senza pudore. Sono liquide, non si feriscono, solo distorcono. Illudono e, veloci, si perdono. Dicevi? Ah, non ricordi. Non intendevi. Intervallo. Se in tua assenza avvertirò la tua mancanza, se nel tuo silenzio non echeggeranno strali di demoniache nenie, la nicchia in cui ti avevo incastonato non resterà vuota. Sarai lì, potrò plasmarti secondo la mia volontà. Per il mio piacere. Impastato di ricordi, quelli miei, e desiderio condiviso, sarai materia. Mi sembrerà anche di toccarti. Staglierai la tua ombra sulla parete, respirerai il mio odore. Allora crederò di averti amato e, se la tua immagine tenterà di evadere, la carpirò con tenacia e la nutrirò di chimere, per crogiolarmi un po'. Stantii brandelli di saggezza e resti di carni lacerate indicheranno alla men peggio una via di fuga, quella più breve per l'oblio.