S_CAROGNE

Sua Eminenza ed io (2)


Dicevamo. I due si danno un appuntamento per il giorno seguente.Sara si appropinqua alla serata carica di quella euforia pericolosa che ormai sa benissimo come va a finire (male va a finire, ma il fatto che io passi sul blog la maggior parte del tempo che dovrei invece dedicare ad un lavoro dignitoso che non ho – e che ne sia viepiù entusiasta - la dice lunga) ma dentro di sé sente una sibilla sussurrarle “ma non ti preoccupare, se ti ha fissato Lui giorno ed ora dell’incontro significa che è seriamente intenzionato”. E infatti. Dopo essersi incastagnita per benino avventurandosi nella zona più trafficata di questa stramaledettissima città Sara ed il suo fascio di nervi tornano a casa soli soletti centellinando le imprecazioni. Perfetto, adesso sappiamo che abbiamo a che fare con uno zumpafuss professionista ma la scoperta non è di nessun aiuto. O forse sì perché da detto momento si cambia all’istante registro: Sara si lascia andare ben volentieri allo sbraco naturale che le è proprio, interloquendo con sua Eminenza come farebbe con i devastati da cui è circondata, donandogli quotidiani cadeau sotto forma di salaci (sich) sms con effetto maschicida assicurato, cercando al contempo di evitare fastidiosi strascichi di carattere giudiziario (in privato ho la accattivante verve di un camionista, fidatevi). Il metodo di cattura sembra però funzionare perché l’Eminenza cerca di farsi perdonare fissando un nuovo colloquio. Il giorno prescelto coincide, guarda un po’ che fortuna, con il compleanno di Sara. Il luogo dell’incontro, tanto per insaporire l’impresa con un retrogusto di immotivata clandestinità, è, udite udite, un parcheggio nella zona Nord della provincia, ad appena una ventina di chilometri di distanza (Considerato che l’ultimo anniversario l’ho festeggiato appaiando i  calzini blu di Geghe, bisogna riconoscere che forse un lieve miglioramento c’è stato).Sara scarta a piè pari l’idea di presentarsi con prosecco e candeline nel parking del tristissimo ipermercato e, solfeggiando una filastrocca di improperi lunga lunga, si reca al meeting, glamour quanto una ciabatta di Jay lasciata sull’uscio della Vicina (per questo genere di serate va benissimo il fuoricorso dams non il critico cinematografico. Che poi. Si fa presto a dire critico cinematografico. Mpf. Bisogna vedere). Dovete però ammettere che non sarebbe stato facile trascorrere in maniera peggiore il proprio compleanno eh!Senza porsi alcun problema di immagine Sara estrae lesta dal portabagagli dell’auto: i calzari adoperati dallo schiavo rumeno per lavorare alla ristrutturazione del trullo (non fate quella faccia, non ha una scarpiera dove riporli perciò me li lascia in auto), un paio di maglioni ricoperti da una fitta coltre di pelo canino, una paletta igienica (intonsa, miscredenti!) ed infine una preziosa e stropicciata copia de La Creatura. Il giorno dopo scopri che magari sarebbe stato meglio se il problema di immagine te lo fossi posto perché non ricevi uno straccio di risposta (e non ne riceverai). Ad ogni modo la trasformazione in trentottenni è ormai conclusa: che sia ora di uscire  dall’incantamento? *Cos’altro? C’era ancora una cosetta che dovevo dirvi ma ora, perdindirindina, proprio non mi sovviene. Ah sì, ecco. Che Sua Eminenza ha reclamato il diritto di dire la sua qui sul blog. E con questo ho detto tutto. O quasi. Se la piantaste qui di leggermi non potrei neppure offendermi.