S_CAROGNE

Puttane e spose


 Né qui, né altrove (I love her) Acqua, acqua, acqua. Fuochino, fuochino, fuochino. Grande, piccola, piccola. Sì, sì, sì. No, così no. Ti allontani: che fai? Leggera leggera emano, regalo, dono, comunico, mi espando. Mi vedi, profonda profonda? Dove sono? Non mi vedi, nascosta! Mio, tutto mio, solo io, basto io. Fai pure: analizza, discuti, viviseziona ogni impulso e ogni gesto; io ti respiro, ti sento, ti trovo. Credo ai concetti originari, semplici e chiari: sono le sovrastrutture che li complicano. È che mi sembri estremamente interessato a quello che dico. Anche se a volte sembra che io possa leggerti solo l'elenco del telefono, a ben guardarmi non puoi essere solo interessato alla mia fisicità. Vero è che elargisco con una certa disinvoltura sorrisi, risate, dolcezza e orgasmi, non per innata superficialità, ma per sincero amore per la vita. Perdonami, anzi no: perché sai che agisco difficilmente per stupire, se mai per meraviglia, e quindi se ogni tanto, oppresso dal torpore del tuo quotidiano, mi vedrai balzare come utile strumento di evasione, eventualmente anche mitizzato, ecco: ricorda quando, ridendo, quella sera ti dissi: “Te ne pentirai.” Per me ora è tutto chiaro: eri tu quello per cui piangevo, il bersaglio delle mie frasi d'amore, quello che soffriva, chissà dove, all'unisono con me; a te rivolgevo le mie suppliche e le mie domande. E io che pensavo non esistessi... Il destino ha voluto farci giocare a nascondino; ho penato per trovarti, errando cieca su questa fortunata parte di terra e di storia; tu eri lì, ma mentre io salivo sul treno tu scendevi, mentre mi svegliavo tu andavi a dormire e mentre io baciavo lui, tu, pensando a me, le giuravi eterna fedeltà. Non lo sapevo: oh, se solo tu mi avessi avvisata! Un cenno, un segnale: se lo avessi saputo avrei ringraziato per le gentili offerte, ma avrei continuato a dire “Sì, l'amore esiste, devo andare” e non mi sarei accontentata di sembianti passioni, di sentimenti contenuti, di compromessi come pace dell'anima. Ora che esisti, che ti so non mio, ma appartenente a me, non è più come prima. Prima era tutto un rincorrersi, cercarsi, giocare, far finta di aver di meglio da fare, negare anche a se stessi di pensarci. Ma scostare i capelli dal viso non basta. Sì, ora è diverso: ora sappiamo che stiamo bene insieme, insomma il nostro animo si cheta solo con l'altra, ed è bello trovare un letto sul quale adagiarsi, dove combaciamo perfettamente, non come dolci metà, ma come tortuose tessere di un puzzle. Come va nel tuo grigio? Ci sguazzi? Sei a tuo agio? Buongiorno e buonasera, le visite ai parenti; il bacio alla moglie prima e dopo il lavoro; la canonica con orgasmo contenuto, oserei dire coito fisiologico. E poi gli anniversari: non dimenticarli e, perché no, ogni tanto un bicchiere di buon vino. Strano, anche oggi niente: non hai riso, non hai pianto; tutto bene: primo secondo e anche contorno; non dimenticare la lista della spesa. Lei è stanca, magari oggi va a letto prima; tu puoi vedere il tg e forse scaricare qualche programmino al pc; tra poco, però, c'è un bel week-end e magari andrai lontano, con la tua nuova auto lavata ogni venti giorni: sì, so che c'è una mostra interessante. Immagino che poi andrete anche al ristorante; così potrete commentare la cucina locale (chi lo ha detto che non sapete più di cosa parlare) e, crepi l'avarizia, comprare anche un souvenir per la zia; non temere se la notte qualche fantasma impertinente, più di quelli evocati da Baudelaire, verrà a farti visita: è il mio discreto modo di amarti.