S_CAROGNE

Nel becco del Pellicano


(protagonisti: Sara, Erba, Blus e Aldo) Adorati e rupestri lettori che quotidianamente vi arrampicate sulle vette delle nostre quattro cazzate, finalmente si è deciso di tentare un esperimento: si prendono due blogger border-line, si mescolano ad altrettanti affezionati lettori e li si deporta per una sera nel luogo cult per eccellenza: il Pellicano.Trattasi dello stesso pub con annesso ristorante di cui parla anche Carofiglio in uno dei suoi inutili libercoli autoreferenziali lontani anni luce dalla magnificenza letteraria de La Creatura (lui però ha pubblicato). Per intenderci stiamo parlando dello stesso pub in cui, nei mitici anni 80, le due autrici crapulavano con la spigliatezza di un girino nella melma e che continua, nonostante gli anni, a possedere un fascino particolare, dato dal cenare nella riservatezza di un ritrovo di adolescenti metal-punk rimasti inalterati nei due decenni trascorsi (il pressante imperativo morale che mi aveva spinta all’epoca ad andare in giro con anfibi e capelli viola era quello di scassare le palle al consorte della Regina Madre con ogni mezzo, obiettivo finemente raggiunto, tra l’altro).Non staremo certo qui a celebrare il nostro talento conviviale (non l'abbiamo mai avuto) ma ci limiteremo ad esporre i fatti che, tra l’altro, son preoccupantemente gli stessi. Quando il lettore inconsapevole si trova davanti la fattucchiera dall’occhio cisposo (Sara) si osserva un dilatamento della pupilla che esprime sempre la stessa tremolante emozione data dallo smarrimento.  Immediatamente successiva è l’offerta di usufruire della propria auto per raggiungere il luogo dell’incontro (l’igiene, un lusso contemporaneo eppure così vetusto in certi casi). A questo punto si aspetta un’oretta sotto casa di Erba, in attesa che La Signora si degni di scendere, e ci si incammina litigando verso il pub. Ci si accomoda, si ordina, e solo a questo punto Sara si ricorda di avvisare Blus, che allieta la telefonata con un madrigaletto di improperi. La precaria stima  dell’inconsapevole lettore a questo punto è già pericolosamente virata sull’ambiguo ma comunque la serata procede. Il pubere che è ancora incastonato in noi fa capolino nel momento in cui vengono servite le birre (annacquate, e che maniere)  e raggiunge il suo apice nel patto di sangue stretto tra Erba e Blus in ambito musicale. Sara, che abbina la voracità del camionista alla puntualità dell’orologiaio, si ritira nella sala conciliare e quando ne esce, per una volta intatta*, gli astanti tirano un sospiro di sollievo.Una dimostrazione di accattivante schizofrenia viene elargita generosamente dalle due blogger che si minacciano a vicenda dichiarandosi pronte a rivelare l’una i mazzi dell’altra: intuendo la delicatezza della conversazione Blus ed Aldo si tengono a debita distanza, ripensando simultaneamente a tutto quello che avrebbero potuto fare di meglio in una sola sera. La perplessità di Aldo viene fuori ad ondate e si esplicita nella domanda guardinga posta al momento del dolce: “Ma quindi siete tutti veri? Anche Vogliosara esiste?” e che trova risposta in un Blus che annuisce mesto con il capo senza smettere di masticare. Poi si esce (scavalcando il corpo di un quindicenne riverso in una pozza di vomito) e si va in giro per la City. Sara vorrebbe prendere un caffè veloce in un posto tranquillo (il distributore automatico della Esso all’angolo di casa sua), Erba invece nutre il desiderio di avventurarsi per locali chic in pieno centro. La scelta del percorso turistico viene decisa amichevolmente: Sara cerca di zittire Erba a calci, questa minaccia di gettarsi dall’auto in piena corsa, Blus attiva le chiusure di sicurezza, Aldo finge di interessarsi al lungomare che gli si para davanti agli occhi esterrefatti. E così, in letizia, si va avanti fino alle 2 del mattino successivo, che si rileverà ben presto essere uno di quei giorni che alzarsi dal letto no, proprio no.C’è chi decide di prendere in mano carta e penna per raccontare la propria vita, e chi per dimenticarsela una volta per tutte. Delle due la seconda, ma questo voi magari già lo sapete.