S_CAROGNE

Friends, Romans, Countrymen


Il fatto che abbiano pubblicato un libro, nell’ordine: Valeria Marini, Mara Carfagna e, udite udite, Antonio Cassano la dice lunga e di per sé dovrebbe bastare a scoraggiare qualsiasi velleità scrittoria. Ma a volte non basta. Essere considerati, anzi scusate considerarsi, scrittori implica infauste tendenze tra cui quella di aprire un blog, cosa che di norma porta ad uno stadio di alienazione ancora peggiore che si può evidenziare con alcuni leggiadri esempi:Il rinfanciullire ad ogni pubblicazione di proprio racconto, trafiletto o nei casi più gravi addirittura post;La devozione nell’andar dietro qualsivoglia pernicioso risentimento personale da ufficializzare al più presto sul web pur di aggiungere l’ennesima piuma, la più bella, al proprio copricapo;Il tenersi ben saldo alle proprie convinzioni senza deflettere mostrando in un colpo solo tutta la propria brillante e rutilante cialtroneria;Trascorrere gagliarde ore a mettere in ordine il calendario del blog (cosa che potrebbe far impallidire i migliori burocrati della Russia di Brezhnev) etc etc… in un crescendo narcisista e delirante.Solitamente il blogger maschio è un misantropo introverso paranoide che davanti ad una donna fa fatica a dire come si chiama; la femmina invece si è resa conto qualche sera prima, mentre indulgeva un po' troppo col J&B, che la sua vita fa schifo e fa proprio schifo forte, e non riuscendo a dimenticarla dietro i mobili zoppicanti e le mura chiazzate della casa, decide di sfangare la sua esistenza arrangiando qualche decadente post d’accatto in rete. Se a questo si aggiunge la ferale convinzione di saper scrivere l’apertura di un blog è una tappa ineludibile del proprio cammino da frustrata. Unico aspetto positivo è l’avere un posto in cui sia sempre  possibile incontrare qualcuno che sia conciato peggio di se stesso/a (e la cosa, detto tra noi, di per sé può ampiamente bastare a giustificare la nefasta decisione). Ciò premesso se vorrete poi passare da una sfiga semplice ad una più complessa, il passo successivo sarà quello di scrivere un libro. L’obbiettivo di per sé non è impossibile nel caso siate animati da una fervente passione, quello che è invece altamente improbabile è la pubblicazione del tomo, paragonabile solo all’imbottigliamento delle onde di Acapulco, all’incenerimento del Cristo di Rio o, volendo, persino all’assunzione di tutti i disoccupati iscritti nelle liste di collocamento  (a meno che non siate Berlusconi, ma questa è un’altra storia). Ora, io non so come Verlaine e Rimbaud abbiano potuto sopportare tutto questo, ma la questione si è fatta spinosa. A volte penso che sia arrivato il momento di darsi per vinta, altre volte invece vorrei che le anatre non avessero più paura delle doppiette perché in fondo…Ma dimmi tu, non è meglio così? Immaginare ed illudersi sempre qui ad aspettare qualcosa o niente qui ad aspettare un no o un sì che in ogni caso sarebbero fine di tutto questo che almeno è un ricordo così studiato giorno per giorno fatto di tanti cristalli di brina… Vabbè, tutto questo papiello per dirvi che parto per qualche giorno ma, al ritorno, potrei portare con me novità Creaturesche: serrate i ranghi!