Il maestrale porta alle orecchie gli annunci della stazione. Se li sento, vuol dire che non sono ancora partita. Il solstizio è l’apice. Dopo, la luce comincerà lentamente a calare. Chissà se c’è ancora qualcheduno che ci pensa mai.Aspetto chi che arrivi ad aprirmi, come una finestra di una vecchia casa, chiusa da anni, con gli infissi marciti, impolverati.Non è che lo voglio. E’ che a volte la pochezza quotidiana mi risucchia e me ne rendo conto solo quando le tossine circolano da tempo nel sangue. Troppo tardi.Sono contenta che tu sia passato alla moglie (Il Ferrari), abbandonando l’amante (Il Porsche). Tuttavia continuo a trovare inconcepibile che si possano spendere 200.000€ per una macchina. Sarà per questo che non arriverò mai “ai tuoi livelli” e che non coglierò mai la decantata intelligenza delle tue innumerevoli donne.“Vai e cerca di non ritornare. Ma se non ci riesci e ritorni, difendi con fierezza la tua diversità, abituandoti, però, a vivere la sofferenza dell’essere altro”. Posso azzardare che queste siano state le migliori parole della settimana. Peccato, il fatto che le abbia pronunciate proprio Lei, le rende poco credibili, non crede?Come una diversa Lady Macbeth lavo le mani dal sangue delle tue.Gli anziani mi fanno sempre tenerezza. Rivedo nei loro occhi una scintilla di saggezza infantile che riesce a commuovermi. I bambini, invece, spesso li schiaccerei senza pietà. Ci deve essere qualcosa che non quadra.I tatuaggi non fanno per me. Le cose definitive mi hanno sempre messo ansia. E poi… ho voglia di cucinare per il mio uomo, di prepararmi per lui, di amare lui. Di sentire che ho un impegno. Mi serve trovare un uomo. Giusto per una sera.Il biglietto in realtà è pronto. Parto il 31luglio. Non so se ritorno. Non voglio ritornare.
Pensierini volta 3
Il maestrale porta alle orecchie gli annunci della stazione. Se li sento, vuol dire che non sono ancora partita. Il solstizio è l’apice. Dopo, la luce comincerà lentamente a calare. Chissà se c’è ancora qualcheduno che ci pensa mai.Aspetto chi che arrivi ad aprirmi, come una finestra di una vecchia casa, chiusa da anni, con gli infissi marciti, impolverati.Non è che lo voglio. E’ che a volte la pochezza quotidiana mi risucchia e me ne rendo conto solo quando le tossine circolano da tempo nel sangue. Troppo tardi.Sono contenta che tu sia passato alla moglie (Il Ferrari), abbandonando l’amante (Il Porsche). Tuttavia continuo a trovare inconcepibile che si possano spendere 200.000€ per una macchina. Sarà per questo che non arriverò mai “ai tuoi livelli” e che non coglierò mai la decantata intelligenza delle tue innumerevoli donne.“Vai e cerca di non ritornare. Ma se non ci riesci e ritorni, difendi con fierezza la tua diversità, abituandoti, però, a vivere la sofferenza dell’essere altro”. Posso azzardare che queste siano state le migliori parole della settimana. Peccato, il fatto che le abbia pronunciate proprio Lei, le rende poco credibili, non crede?Come una diversa Lady Macbeth lavo le mani dal sangue delle tue.Gli anziani mi fanno sempre tenerezza. Rivedo nei loro occhi una scintilla di saggezza infantile che riesce a commuovermi. I bambini, invece, spesso li schiaccerei senza pietà. Ci deve essere qualcosa che non quadra.I tatuaggi non fanno per me. Le cose definitive mi hanno sempre messo ansia. E poi… ho voglia di cucinare per il mio uomo, di prepararmi per lui, di amare lui. Di sentire che ho un impegno. Mi serve trovare un uomo. Giusto per una sera.Il biglietto in realtà è pronto. Parto il 31luglio. Non so se ritorno. Non voglio ritornare.