S_CAROGNE

La despedida


 La despedidaL'adolescenza è l'epoca in cui l'esperienza la si conquista a morsi. (J. London)Hai vent'anni. Fai l'amore con lui. Credi che sia bellissimo. Hai vent'anni. Se ne va sbattendo la porta. Il perché, improvvisamente, non è poi così importante. Forse non c'è un nitido perché: eravate lì a ridere, a giocare, a usare innocentemente l'altra come specchio deformante, quando una paura venuta fuori dall'armadietto dell'asilo o lo sguardo con cui due anni fa vi ha inchiodato vostra madre hanno avuto la meglio. E tutto – avete vent'anni – non ha senso, vi soffoca, immobilizza le parole e stigmatizza ogni forma di tenerezza. L'impeto ha causato la caduta di un libro, dell'accendino, della matita di Hello Kitty (dopo quel regalo, non lo saprà mai, hai deciso di farlo per la prima volta con lui). Abbracci il libro, accarezzi l'accendino, culli la matita. Ti disperi: se finisce con lui di certo finirà anche la tua vita. L'abbandono ti scuote l'anima. Afferri il telefono. Claudia è in grado di capirti, nessun altro potrebbe ascoltarti. Parli per ore, con gli occhi gonfi di lacrime, del nulla. Stai meglio. Si trattava di una morte apparente. Prendi il diario e riempi numerosi suoi fogli di lettere tonde, usando quella matita. Non puoi imbrigliare i tuoi moti interiori, ma almeno ci provi.Hai quarant'anni. Fai l'amore con lui. Sai che a vent'anni era stato nulla. Hai quarant'anni. Se ne va sbattendo la porta. Deve esserci un motivo. Uno dei due, almeno, ha sbagliato. Ma cosa? Ma come, i fantasmi del passato non erano stati analizzati uno per volta, catalogati e riposti in piccole urne affinché non arrecassero danno? Verrebbe voglia di abbattere anche l'ultimo alone di innocenza; un ghigno sardonico si fa largo tra le rughe che lui si ostina a non notare. Per la foga dell'addio sono a terra i fogli dell'ultima riunione, la tazza del caffè, i kleenex che previdentemente avevi posato sul tavolo, il biglietto del cinema (dopo quella sera, e lui lo sa, hai deciso di narcotizzare il nostro caro angelo). Raccogli (come se non avessi già abbastanza da fare). Ti disperi: sei ancora così idiota da trovarti (diversi solo gli attori, il copione e la scena) nella stanza di una qualunque studentessa fuori sede. Il senno grida vendetta. Afferri il telefono. Avvisi al lavoro: non stai bene, niente di serio, non c'è motivo di preoccuparsi; domani andrà meglio di sicuro. Un gancio verso la normalità. Prendi un post-it e lo riempi di lettere distratte. La lista della spesa: non hai voglia di mangiare, ma devi farlo.