S_CAROGNE

L'anticamera del vuoto


L’anticamera non è ancora dentro, ma non è più fuori. Me lo hai fatto notare tu. Piacere, mi presento: sono la donna... dell’anticamera. Ho scelto di esserlo e l’ho scelto quando ho capito che stavo ricoprendo quel non ruolo. E’ grave, credo.La donna dell’anticamera attende. E’ paziente, si consuma. Talvolta apre la porta a coloro che entrano per incontrare chi per lei non c’è quasi mai. Rimane anche dopo l’amplesso origliato dalla camera accanto. L’anticamera abbraccia ogni stanza, è vasta quanto le stanze del ribrezzo.E’ stolta, cieca, sorda. Non ha volto per nessuno a cui stringe la mano. Per nessuno che le viene presentato. Non avendo volto ne può assumere diversi: la collega, l’amica, la conoscente, l’accompagnatrice di una notte, la relazione fugace. Lei non è. La donna dell’anticamera non ha dignità, né amor proprio. Ha amore, però. Malato.La valigia sul letto è quella di… un viaggio. Breve o lungo ha poca importanza. Un viaggio lontano dallo spazio indefinito del non dentro. Un viaggio che tira fuori.Oggi ho incontrato la prima donna che ha bussato alla porta, la prima che ha varcato lo spazio per superare la soglia a me inaccessibile. La prima di cui ho saputo, forse solo la prima di una lunga serie a me sconosciuta. Di certo, la prima che ti ho presentato io. Ha fatto persino il gesto di salutarmi, poi, in un barlume di lucidità deve aver capito che era meglio andasse avanti. Dopo ce ne sono state altre, lo so. Lo sai certamente tu.Ho gridato. Ho bussato. A volte ti sei affacciato, le dita odorose della natura di altre, gli occhi persi nella menzogna. Hai sorriso, hai detto amore mio, hai richiuso la porta.La donna dell’anticamera ha dato il nome ad ogni pianta del suo spazio, le ha curate una ad una. Ha ripulito ogni angolo, si è quasi innamorata del suo spazio ristretto, della finestra, della vicina di fronte. Si fa l’abitudine al dolore, un’abitudine insana che riesce a creare dipendenza.Parto. Ti lascio a quello che hai scelto da tempo, da sempre, e che non sono io. Parto e dentro c’è la malinconia di ciò da cui ci si allontana e la consapevolezza di chi non si lascia. Parto e abbandono la sagoma di me che si accascia incancrenita dal dubbio.Mi hai anticipato e sei partito con la Signora delle Camere Alte  per un romantico e lungo weekend.Donna dell’anticamera si muore.