S_CAROGNE

Chiedimi se sono felice


Attenzione: questo è un post patetico per festeggiare degnamente il ferragosto Andiamo per sommi capi. Svegliarsi tachicardica alle 2 di notte in preda all’ansia può anche risultare una esperienza da annoverare nel proprio curriculum di psicopatica (non sia mai me ne sfugga una) però alla lunga, diciamolo, stanca. Così come stanca aggirarsi per casa in una mise (che ricorda in maniera inquietante la divisa delle Brigate Rosse) dalle 2 di notte di cui sopra fino al buongiorno della sveglia alle 6 del mattino, con effetto leone in gabbia, tanto per intenderci. Per detti motivi l’altra me stessa, quella comunemente ritenuta saggia e previdente, ha cercato di porre rimedio alla totale e irreparabile idiozia della propria metà insonne e psicotica (cioè me stessa la pazza, ovvero la creativa che scrive minchiate nei post – ve lo dico giusto per non farvi perdere il filo delle mie personalità multiple). Come? – vi starete chiedendo (sempre che non abbiate già chiamato il 118). Ecco a voi un inesorabile elenco di geniali minchiate - che in teoria sarebbero dovute essere espedienti risolutivi - messi a segno dal giorno in cui Anonimo è tornato a casa. Tutte esperienze in virtù delle quali potrei essere nominata la Charles Manson delle cozzale baresi.  Soluzione etilicaL’alcool, si sa, è il miglior rimedio all’ansia, alla depressione e allo squilibrio mentale. Stavolta però Sara invece di alcolizzarsi in solitudine con il vino primitivo locale ha fatto di meglio, infiltrandosi ad un simpatico simposio vinicolo al posto dell’anziano Direttore di Dipartimento (regolarmente invitato alla manifestazione) ed esplicitando la propria affinità all’oggetto del seminario in presenza di numerosi accademici stupefatti. Grazie all’accattivante siparietto di cui si è resa protagonista ora Sara conosce parole come barrique, tannino ma soprattutto servizio d’ordine. Soluzione domesticaSara decide di impegnare la mente imbiancando casa. La geniale trovata deraglia dopo i primi otto minuti: giusto il tempo di spostare i mobili e scoprire con agghiacciante orrore di aver contribuito alla nascita di una nuova mortale specie di scarafaggi che si ciba, per ora, delle palle di polvere, domani, di me (e di Anonimo, nel momento in cui tornerà da queste parti. E tornerà, fidatevi).  Soluzione anoressica/bulimicaSiccome le rare pentole presenti in casa_1971 sono tutte da lavare, a mezzogiorno si pranza con mezzo barattolo di Nutella, la sera ci si ciba di yogurt per mantenersi sane e soprattutto in forma. Sempre che si riesca a trovare un cucchiaino pulito. Unica nota positiva è l’aver eliminato in un colpo solo il problema del palinsesto estivo della frisella che si ripeteva ormai da settimane.  Soluzione bucolicaSi parla alle piante, le si innaffia, concima e pota in maniera maniacale finché qualcosa non va storto (d’altronde non potete nemmeno immaginare quale soddisfazione sia per una nevrotica fare programmi per poi vederli scombinare in modo violento dalla vita).  A quel punto si impreca, si spaccano vasi, si dà la colpa al malcapitato di turno facendo in modo che tali garbate esternazioni siano compiute in presenza di un innocente familiare/passante/vicino affinché l’immagine che gli altri hanno di voi coincida perfettamente con la vostra. Ed è un cattivo presagio, questo, fidatevi. Soluzione tecnicaRivolgersi ad un serio professionista, nella fattispecie uno psicologo.D’altronde è da un po’ di tempo che cerco di aderire all'immagine di una me diversa, visto che questa qui (queste qui?) che sono ha qualche spigolo di troppo. In tal caso l’effetto alienante dato dalla consapevolezza della propria pazzia gradualmente si sostituisce all'ansia, spodestandola. Non che sentirsi alienati sia una figata, però magari è il primo passo per riuscire a brillare in certe notti.  Come una mina, appunto…  P.S. Dello psicologo parliamo nel prossimo post… Ché la bottiglia di rosso l’ho finita a colazione...