S_CAROGNE

Cara Carogna


I PartePremessa Il demone stavolta è arrivato sotto forma di mail. Una missiva gentile, garbata e velatamente strappalacrime in cui mi è stato chiesto di andare a prendere un relitto canino non meglio identificato dalle parti della Basilicata per poi trasportarlo (nuovamente) in quel di Pescara. In breve funziona così: una volta entrata nel tunnel delle associazioni di volontariato animalista risulta impossibile uscirne perciò con una cadenza quasi mensile ti viene chiesto di recarti in anfratti inaccessibili alla gens comune per raccattare una bestia in fin di vita e trasportarla verso il più civile nord. In gergo si chiama staffetta e quel che mi spinge a perseverare nell’impresa è la fatua illusione che migliorando i miei trastulli io possa migliorare anche me stessa (e certo, come no).  Parte I Il primo dilemma è trovare un degno compagno di viaggio. Considerato che il cellulare di VoglioSara risulta stranamente irraggiungibile dall’ultima sortita (mi faccio sentire io – ha detto prima di oscurare per sempre il suo telefonino) e che l’Ipocondriaco da giorni millanta ricoveri ospedalieri imminenti (oh, che poi un ipocondriaco degno di questo nome non può farsi sfuggire l’occasione di un bel tampone in tempi di suina) gli unici presenti all’appello restano Jay e Geghe. Dei due il primo. D’altronde il rapporto di amicizia che ci lega è molto simile alla circonvenzione di incapace perciò quale migliore occasione per? L’appuntamento è all’Auchan  di Casamassima dove da giorni, sotto un vento sferzante, Jay è impegnato in attività di volantinaggio (noto e diffuso gioco di società utile a raccattare qualche decina di euro in pochi giorni - e dai volantini, tra l’altro, ci escono almeno quindici - venti filtri per pagina).La Vostra arriva puntuale alla guida dell’auto della Zia ottuagenaria mentre Jay arriva scortato da un quintetto di alcolizzati dallo splendido accento sdrucciolo.Il più lucido saluta Sara chiedendole dell’Ipocondriaco. Sara risponde compita: E’ a casa o in ospedale, non sta bene. Eh meno male va’- esclama il tipo sollevato - quando vedo quel vostro amico io mi tocco subito i maroni - ed esegue a scopo dimostrativo. Bene, dopo il blasonato commiato finalmente si parte. Sul sedile posteriore giace, accuratamente riposta in una bacheca antiproiettile, l’amata Creatura che ormai viaggia sempre con l’autrice casomai qualche ladro letterato decidesse di introdursi in casa 1971 per rubare le copie autografate (sich, è una cazzata, spero solo di incontrare un acquirente).La destinazione è un ameno paesello tra San Vito dei Normanni e Pisticci (località che dal punto di vista geografico non avrebbero nulla in comune tra loro ma che le indicazione arrivate via mail danno congiunte da una sobria mulattiera) perciò si giunge alla meta con appena un paio di ore di ritardo. Essendo il luogo dell’appuntamento momentaneamente chiuso al traffico - ma che strano - i due si incamminano sotto un freddo lappone tra i budelli del centro storico dove ragazzi di buona famiglia si esercitano a prendere a pistolettate i barattoli, i gabbiani ed – eventualmente - gli anziani. Dopo una attesa di appena 50 minuti l’Emissaria della Rescue arriva con un borsone nero di quelli che si usano per buttare i cadaveri nei fiumi, il bavero della giacca alzato e un'espressione circospetta.Emissaria: Ciao, sei Sara? Sara (titubante): S-sì. Emissaria: Tieni, non è molto pesante. Ogni due ore devi darle una pillola bianca per la diarrea. E la sera quella gialla antivomito. La crema è per la dermatite, mi raccomando appena puoi dalle una spalmata perché è piena di pustole. Beh, allora alla prossima.E prima di eclissarsi in uno dei vicoletti passa alla Vostra il borsone che ad una sommaria annusata emana già un tanfo di carogna in putrefazione. Dopo altri 45 minuti di caccia al tesoro la trimurti (Sara, Jay ed il mucchietto di ossa chiuso nel sacco) riesce finalmente a ritrovare l’auto: guarda caso a ciliegiare la torta c’è anche una multa sul parabrezza che viene accolta dalla Vostra con la grazia di una pluriomicida detenuta nella sezione femminile di Rebibbia. In auto, nonostante venga prontamente inaugurato il cocktail d’arbre magique alla mela della anziana Zia, si inizia a sentire odore di rogna e insieme rognone: in un raro gioco di correnti alcoliche l’ alito da cassonetto del cane si intreccia a quello di Jay che sa di vodka e maglione peruviano. Per fortuna la conversazione procede spedita: Jay: La settimana prossima vado da un notaio. Ho tutti i documenti pronti per aprire la nuova Associazione. Vedrai che ti combino stavolta. Sara: E certo, vedrò. Ti ricordo che anni fa avevi già fondato una sorta di setta, a cui aderirono solo un paio di tossici e tuo nonno che, per inciso, all’epoca era già completamente sordo: cosa ti fa supporre che questa volta andrà meglio?Jay: Questa volta lo statuto lo detto io ma lo scrivi tu. Così fa più presa sulla gente.Sara: Lasciamo perdere. Piuttosto: come va con la studentessa in età da foglio rosa? Jay: Non mi vedo più. Sto con Nuccia adesso.Sara: Chi? La cartomante?Jay: Sì, stiamo insieme.  Sara: Ah però, sono contenta, chi l’avrebbe mai detto.Jay (con aria vissuta): Eh, si cresce.Sara: Cos’è quello che hai sul collo? Un succhiotto? Jay: No, mi ha menato.E lì il mucchietto d’ossa chiuso nel sacco ha guaito ed io mi sono guardata nello specchietto vedendomi stanca, vecchia, brutta e tendente al verde. Coraggio, che poi magari con il tempo la maledizione va via…Continua…