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Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°142 pubblicato il 01 Dicembre 2007 da erbavoglio_70
L'ho visto mercoledì scorso, per la seconda volta. La prima risale al lontano 1987. Lo vidi con i miei, con lo sguardo basso. Purtroppo questa volta c'erano intorno a me decine di ragazzetti, tutti in attesa della scena del burro. Qualcuno, anche su questo blog, ha ridotto il film a questo. Per me è un capolavoro. Punto. Jeanne_1952 e paul_1924 vivono a Parigi. Ognuno è a casa sua. Non lavorano, quindi non possono usare il computer dell'ufficio. Si incontrano per caso in chat. Jeanne_1952 e paul_1924 non sono intenzionati a rivelare nulla di sé e mentono con la frequenza con la quale controllano i pvt in arrivo: il loro unico scopo è massaggiare il proprio ego e messaggiare quello dell'altro. Almeno quelli senza underscore scopavano. Ma come loro non hanno appuntamenti fissi, orari da rispettare, obblighi reciproci. Perché il loro quotidiano è altrove. Jeanne_1952 e paul_1924 stanno giocando. Giocare è bello. Provano una sensazione di libertà, di onnipotenza. Jeanne_1952 e paul_1924 riversano desideri infantili e desideri censurati nella real life sul monitor dell'altro. Tale altro in alcuni casi sarà costretto a fare scudo con il proprio corpo per evitare che gli esseri umani con la stessa residenza anagrafica sbircino e scoprano di vivere accanto a un perfetto sconosciuto. Jeanne_1952 e paul_1924 devono aver sentito da qualche parte la frase “La famiglia, quella istituzione inventata per educare i selvaggi alla virtù”. Jeanne_1952 inizia a pressare paul_1924: vuole prove, rassicurazioni, certezze. Teme che non si tratti più di un gioco, e più volte tenta di interrompere quella rincorsa virtuale. Ma presto si rende conto di non poter evitare di pensare a paul_1924. Forse, se il mondo intero fosse wireless, la loro e-storia continuerebbe, tra mille eccitanti stoccate a colpi di bip. Non è facile trovare un equilibrio. A volte anche paul_1924 desidera ardentemente il crollo del monitor. È iniziata la fase di dipendenza acuta, che passa per lo step intermedio conoscenza voce, meno frequentemente per quello foto. Decidono di incontrarsi. Dopo ore interminabili trascorse a raccontare sé e i propri doppi. Ed ecco che, all'improvviso, il nick che ha sottratto a Jeanne_1952 tempo, energie e ore di sonno, il nick meritevole di averla riportata, come fosse il raggio antigravitazionale di Goldrake, nel mondo ovattato dell'innamoramento, non è più associato a un lampeggiante messaggino, a un “you have mail”, a una finestrella skype. Tale nick corrisponde (sorpresa!) a un essere umano, del sesso da lei sperato, e avanza come tale delle richieste. Jeanne_1952 scopre con stupore di non dipendere da colui che digitava, ma solo dalle sue parole, dalle attente, studiate parole (d'amore?) che lui le inviava con un click. Lui è anche carino, ma è carne, è occhi, è vero. Non può più, jeanne_1952, decidere se attribuirgli o no vita, accendendo il suo pc. Troppo tardi. Paul_1924 pretende di portarle via tutto quello che è solo suo. In questo non è diverso dagli altri uomini che ha incontrato, ma con lui non ha legami. In fondo non conosce neppure il suo vero nome. E lei difende la sua torre di silicio. Sparendo nel nulla, e-uccidendo paul_1924. Jeanne_1952 non vuole che la fitta tela di ponderate sequenze di lettere lasci il posto ad un unico cestone per la biancheria sporca. Addomesticherà qualcun altro. Qualche altro nick. Nota: che belli i film senza i telefonini! |
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(Ti adoro.)
Stai semplicemente dicendo, facendo un ampio cerchio con le parole, che sei una persona riservata. Io appartengo al genere... dopo mezz'ora di chiacchierata, se mi sono arrivati i giusti messaggi, ti racconto la mia vita.
Nella vita di un Uomo non c'è nulla che non possa essere narrato, ciò che di solito non viene narrato è ciò che non sappiamo narrare neanche a noi stessi. Gli psicanalisti ci campano su questo.
Per me era e resta un film di una noia terrificante, fotografia sparata, la musica non la ricordo, probabilmente l'ho rimossa. Se questo può aiutare a farmi capire, dirò che Bertolucci mi annoia solo a vederlo.
(Imbarazzo)
SAAARAAAA?!?!?
Adesso ti ammazza... lo sento, adesso ti ammazza...
(No, non parlo di nodi, fitte e amenità simili: ho una fame cane eppure non riesco a staccarmi da qui..)
(Panglos? Sei un gran cafone. Sara? No, tu invece sei bella anche quando diventi triviale.)
Io non ho mai detto che quel film si riduce alla scena del burro, quello che ho detto è che se quel film è diventato famoso, è perché c'era la scena del burro. Mi piacerebbe domandare alla schiera di persone che lo hanno visto, qual'è stata la molla che li ha spinti a vederlo. A pensar male si fa peccato, ma spesse volte si indovina, sono convinto che risponderebbe "curiosità", una curiosità nata dal gran parlare che se ne è fatto, e se ne è fatto un gran parlare proprio per la scena del burro.
Quello che ho avuto modo di dire (prego vuelo di copiaincollare) è che "la gente correva a cinama per vedere un'inculata".
Lo dimostra il successo di un film così atipico, non commerciale.
Che dici, porto a pisciare pure il cane?
(Dopo il Sara=Erba, ecco l'Erba=M).
Rassegnati.
(Tradotto: T.N.E.)
Moravia ha parlato di una lei (la vita interiore, la romana) di due lei (la ciociara) di un lui (io e lui, agostino) ecc. ecc.
Insomma... Moravia ha parlato molto di più!
A proposito, hai visto che bello il post di Sara di quest'oggi? :D
(In un modo o nell'altro dovrò darti sui nervi, no?)
(Che significa "in modo che lo possa leggere anche Sara"? Devo scolpirlo in braille?)
(Oh cazzo...)
Non dovevi stendere, tu?
(Io vado a sedare l'allitterazione.)
Distratto? Perché?
(Però è bello turbare ed essere turbati.)
Bacio.
Mi...?
Bene, adesso sappiamo per certo due cose:
a) Non sai usare la punteggiatura (da un minus habens quale te non mi aspettavo nulla di diverso, invero);
b) Frequenti il blog da tempo ed anche con una certa attenzione, visto che conosci alla perfezione le abitudini settimanali di Saretta.
Uhm... sarai mica... sarai mica...
Al di la della trasposizione internettiana e non essendo riuscito a trovare la cassetta mi posso, per ora, limitare alla critica della critica.
Mi duole doverlo dire perché riferito alla musa che popola i miei sogni, ma si tratta dell'esposizione di una trama e non di una critica cinematografica. L'affermazione "è un capolavoro", non viene argomentata, tutto ciò che si evince dall'esposizione è che ad erba è piaciuta la storia, come dire "leggetevi il libro che è lo stesso" (se un libro esiste).
Per far capire quanto Ultimo tango sia lontano dal mio gusto cito un film, se non dello stesso anno, certamente dello stesso periodo: "La signora della porta accanto", di Francois Truffaut. Anche questo film si chiude con una (due in verità) morte violenta, tratta dell'amore. Ecco, questo è per me un capolavoro.
De gustibus...
Così si eliminano le teste di cazzo!!!
Ma se sono il più tollerante dei toleranti!!!
Ormai dovrebbe esserti chiaro: le uniche teste che amo mozzare sono quelle di cazzo!!!
Prima che me lo dimentichi... testa di cazzo!!!
Quando si trolleggia si deve andare a tono: l'anonimo, patetico troll ha proposto la tonalità, io non ho fatto altro che intonare i miei strumenti.
Stanotte ho dormito profondamente... inevitabile la dilatazione della fase REM... ho sognato a profusione, incubi.
L'avevo intesa come "questo è quello che penso, ora il cazzeggio...".
Personalmente, è abitudine consolidata, non leggo mai le critiche cinematografiche prima di vedere un film. Ben presto, negli anni, mi sono accorto che alteravano il mio modo di vedere il film, in altri termini mi influenzavano.
Le leggo sempre dopo, così ha il sapore del confronto.
Questa abitudine è diventata legge a partire dalla visione de "Il tamburo di latta". Io ci vidi un film profondamente psicologico (preciso che non avevo letto il libro), la storia di una sorta di Peter Pan tedesco. Quando lessi la critica, l'autore (della critica) sosteneva, magari a ragione, che si trattava di un film sulla Germania del dopoguerra: il bambino era da vedersi come la trasposizione di una nazione che stentava a crescere.
Se avessi letto la critica, avrei visto un altro film.
Un film a mio parere (è meno banale di quanto possa sembrare) parla per immagini: ogni spettatore in sala vede il suo film. La critica ci dice quale film ha visto il critico.
E' tuo figlio, tranquillo, è tuo figlio!!!
(Magone)
(Sara, ma dove sei finita oggi? Erba ti ha dato troppi compiti extra? Fatti viva. -v-)
(Ciò che vien tolto all'uno viene dato all'altro. E il sarcasmo muta di senso.)
Dov'è che vai?
Tu viaggia sulla tratta Bari-Reggio Emilia, io viaggerò su quella Pisa-Bari.
Tu vivi a Bari e probabilmente ci sei nato...
Io appartengo ad altra cultura: io sono nato a Napoli, ci ho vissuto, ed ora (un "ora" che dura da secoli) vivo a Pisa.
Conosco bene il rapporto che il Sud ha con la parolaccia e la bestemmia... ci si fa la croce ogni volta che si nominano i piedi, figuriamoci per altro.
Per mia fortuna (lo dico oggi, un "oggi" che dura da secoli) sono entrato in contatto con una cultura che vede la parolaccia e la bestemmia come intercalare amichevole.
Discutibile (ossia "può essere discussa") l'impostazione culturale, ma io la amo dopo averla odiata per secoli (un "secoli" che è durato alcuni giorni).
Detesto, sommamente detesto, la cultura del Sud!!!
Detesto, sommamente detesto, la cultura del Nord!!!
Dipendesse da me mi definirei cittadino del mondo e mi trasferirei di corsa in Danimarca. Purtroppo non dipende da me. Qui (soprav)vivo e qui sopravvivo.
Non è lontano il giorno in cui dirò quello che dissi ad una donna: "stiamo per un po' senza vederci... una ventina d'anni dovrebbero bastare!!!"
Ora che ci penso... vent'anni sono passati... scusa, ma vado a veder se ha ancora lo stesso numero.
ipolipidoco & panglos (ma anche dipiu1_2)
Io non dimentico mai la firma...
(Amo la parola scritta, pa', ma voi causate ubriacatura da verbo. Con tutte le conseguenze del caso: mal di testa ed impotenza coeundi.)
Tendenzialmente volge al bello...
(Attacca panglos, attacca!)
Stasera mi dico le orazioni...
(Torno a pranzo.)