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Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°117 pubblicato il 06 Novembre 2007 da sara_1971
Una notizia buona e 3 cattive, vivo tra stravaganti alti e bassi dall’andamento ondulatorio. E non venite a dirmi che solo il mutamento può dar vita ad una nuova proporzione, contemplate piuttosto la possibilità che esso sia metafora di guerra incipiente. La nevrosi è il fallimento della capacità creativa dicono. Ma non basta. Or dunque mi hanno trasferita. Deportata sarebbe meglio. Vivevo nella pacifica serenità di un limbo, un esistere in cui un confortevole passato mi era rimasto abbarbicato addosso ed una musica familiare mi risuonava intorno. Meraviglioso. Poi, ad un tratto, uno spiffero gelido ed estraneo al resto della canzone mi ha catapultata in un pentagramma di corvée. Ho fatto tanti di quegli errori da sapere un po’ come funziona e so che non è una buona idea mettersi alla ricerca del paradiso perduto. Adesso lavoro in una bella cella sotterranea, ideale per i claustrofobici, addestrandomi ogni giorno all’equilibrio, rappresa in un velo di calma apparente che non giova al mio eterno incespicare, . Sanitari gustosi mi proteggono dalle raffiche dei bagni pubblici, tra rotoloni di carta igienica e detergenti specifici che danno lustro al mio curriculum. Il suoro (una algida sassone a capo della struttura dall’aspetto solo vagamente femminile, inspiegabilmente più bassa persino di Erba) mi alita il suo velato disgusto riempiendomi di affettuosi appellativi che mi donano quotidiano piacere. Un collega anziano, politicamente impegnato, declama la traduzione integrale di tutte le conferenze post ictus di Bossi: incantevoli comizi dalla rara pochezza, oserei. Un collega giovane sterile e manierato, diligente come una ape nell’alveare delle imbecillità, indaffarato nelle solite perorazioni degli emblemi della civiltà. Ed io, uno spirito gemente nel vortice della gora, alla strenue ricerca di bizzarre pause dall’ansia e di un collegamento internet. Puntini puntini puntini. Le vampate d’ira vanno decantate e ridotte in prosa ironica perciò dovrete aspettare qualche tempo per leggerle su questo blog. SICH! Venite a liberarmi, il principe che varcherà il fossato e abbatterà il suoro diventerà mio moglio! |
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Tu un bravo ragazzo non lo troverai mai.
Ricordo una bella frase di un film, si parlava dell'infanzia di un serial killer... ho piètà per il bambino che era, ma ho orrore per il mostro che è diventato. Ecco questa frase si adattava a quella donna perfettamente.
Mai sia! Meglio i miasmi dello scatolo che assistere a cotale scempio.
P.S.: Saranno i capelli canuti, ma quella cenere s'è mimetizzata benissimo. Davvero. :)
Fra l'altro isabelxx pare sia 31enne, siamo ben oltre il peccato veniale, direi che corriamo verso l'ergastolo.
Scatole? Di che tipo, cinesi? Agli angoli della strada come la piccola fiammiferaia, o da magnate degli imballaggi tipicamente residente a Barialto (oh, se mi sente quello lì...)?
Siamo seri: cosa dovrò fare per guadagnarmi questa informazione? Su, sentiamo. Io DEVO sapere come tu impegni le giornate. Devo.
Bene... mi sfugge il meccanismo ma... bene. Tanto ci metto niente a ritornare in passivo.
Sono profondamente illuminista, ma certe cose continuano a darmi sconcerto.
La tesi sostenuta da animalepazzo che la creatività sia generata da nevrosi è quindi da farsi rientrare fra i luoghi comuni.
Quello che mi sentirei di sottoscrivere è che la SOFFERENZA generata dalla nevrosi può determinare un più facile accesso ad una creatività che deve comunque essere preesistente alla nevrosi.
Ribadisco che a mio avviso la relazione che c'è fra nevrosi e creazione artistica è che la nevrosi genera sofferenza interiore e la sofferenza, in quanto tale e non in quanto nevrotica, spalanca le porte verso il mondo interiore, ove deve già albergare la creatività.
A quella creatività l'artista accede non solo attraverso il dolore nevrotico, ma più in generale attraverso le violente manifestazioni di eventi psicologicamente significativi.
L'amore di un uomo per una donna (di una donna per un uomo / di un uomo per un uomo /di una donna per una donna, mi sfuggono altre combinazioni possibili) è un tipico evento della psiche che da accesso al proprio mondo interiore e quindi anche alla creatività.
Non solo il dolore, la sofferenza generano opere d'arte ma anche la gioa e l'amore. Ripeto e con questo concludo, che però, a mio parere, il talento creativo deve preesistere alle violente manifestazioni della psiche.
Come tutti gli esseri viventi lo scopo del nostro esistere è la sopravvivenza della specie, in sintesi non facciamo altro che riprodurci e alimentarci. Se si arriva a capire questo, si arriva a capire tutta la produzione Freudiana.
Certo che le cause che scatenano una nevrosi cambiano col tempo, perché col tempo cambia la morale, e con essa il Superio, suo depositario. Oggi nessuno (quasi nessuno) sottoporrebbe a rimozione una pulsione derivante dalla vista di un rapporto sessuale, la vista di un rapporto sessuale non è quindi in grado di generare una nevrosi. Ma solo 100 anni fa la stessa vista avrebbe generata una nevrosi: cambiamento della morale.
Erba cara, ora capisco il perché di quell'argento fra i capelli: lo stress 'da Sara'.
Fatti viva ASAP.
Devi togliere affinché sia leggibile.
Non sarebbe male curare un po' di più la punteggiatura.