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Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°266 pubblicato il 11 Aprile 2008 da erbavoglio_70
Forse la loro anima non è gradita a Dio e quindi non li toglie, li lascia tra gli iniqui. Parlo degli anziani, i vecchi, quelli che emanano l'odore forte di fine, ma sono capaci di far prevalere la speranza sulla rassegnazione. Tenacemente aggrappati alle loro giornate interminabili e indistinguibili l'una dall'altra, si sforzano di masticare e di centrare il cucchiaino, accettano di farsi cambiare panni e somministrare omogeneizzati. Come fossero paffuti infanti, solo un po' più raggrinziti e stanchi, e senza che nessuno dica loro “Bravo, amore mio”. I loro ricordi sono sbiaditi e sfilacciati al punto di consentire la perfetta sovrapposizione di una vita anonima a una eroica, un marito o una moglie mal sopportati al romanzo d'appendice, figli ingrati a sollecite cure. Si vogliono bene, gli anziani, e hanno un incedere fiero, per quanto lento, traballante, sorretto da un bastone. Non si sentono di peso, o piuttosto non hanno pudore: si aggrappano alla vita, la stringono, hanno esperienza, e lo fanno con ogni mezzo. Aspettano anche ore dal medico. E al supermercato contano i centesimi con calma, bloccando la fila sbuffante di giovani che hanno da fare. E loro? Beh, torneranno nel loro appartamento in penombra, che puzza di morte, sperando di incontrare in ascensore qualcuno con cui parlare e ringrazieranno il progresso, quello degli anni '60, per quella scatola con dentro la signorina tanto carina che augura puntuale la buonasera. È rimasta solo lei, perché gli altri o sono morti o sono partiti o hanno da fare. Oh, sì, cose importanti. Ma se avrete davvero bisogno verranno, statene certi, vecchi miei, non sarete soli. Vi veglieranno, vi porteranno un mazzetto di fiori il 2 novembre. E se sarete fortunati non vi lasceranno riposare in pace: vi ricorderanno e vi rimpiangeranno. Vorranno chiedervi tante cose. Va be', se i vostri nipoti saranno occupati, lo potrebbe voler fare un visitatore curioso al cimitero, attratto dalla lapide “all'amatissima madre”, “all'indimenticabile padre”, accanto alla quale non c'è neppure un fiore di plastica. A imperitura memoria della dissolutezza dei nostri costumi. |
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Buon pomeriggio a tutti, deli.
Ipo, perdonami, non mi permetterò più! Deli
Deli.
Hai guardato nel cassetto delle mutande...? Il "vero Io" ha l'abitudine di nascondersi nei posti più disparati...
Fai un fischio quando lo trovi.
Si, lo so, i 48enni che frequentano questo blog sono brutti e cattivi (parlo di ipolipidico, naturalmente), ma tu cerca di essere meno sintetica: cosa intendi per "Sto cercando il mio vero io"?
Sei diventata testimone di Geova, sei entrata negli Hare Krishna, sei in procinto di partire per il Tibet, hai intrapeso una terapia psicanalitica (Freudiana o Junghiana?)... insomma, COSA INTENDI???
E mi dica, dolce fanciulla, cosa ha tinto di nero il suo venerdì? Ed anche... di che colore è il suo sabato e di che colore prevede sarà la sua domenica?
Decisamente conflittuale.
D.
D.
Ciao Erbuccia di campo!
Scappo anch'io, Deliluccia_lavoratrice_gravida! Besos!
I fiori al cimitero si portano prima, poi c'è da partire per il ponte di halloween .
Grazie, ipuccio, ma nel frattempo avrei cambiato voglia... Potresti aggiustarti il pannolone e preparare una crostata di crema con la frutta?! Grazieee...
Panglottino... mi struscio veloce con il muso contro il gomito in posa adorante! Deli_ruffianaccia!
Lascia questo post per una trentina di giorni, ho qualcosa da dire... ora però non ne ho voglia. Più tardi, forse o magari domani... i vecchi non hanno fretta.
Il problema di oggi è che manca la cultura dell'invecchiamento, mass media il cui target è l'adulto produttivo, quello che maggiormente spende, propongono il modello dell'eterna giovinezza facendo sembrare l'invecchiamento una malattia da combattere... magari comprando un (inutile) complesso multivitaminico.
Accade così di vedere personaggi pubblici ritoccati in una maniera così volgarmente evidente da sembrare mummie appena uscite da un sarcofago. Che belli invece i volti dei vecchi solcati da rughe profonde, il candore dei capelli, i vestiti un po' sduciti sempre troppo larghi e cadenti...
L'unico vecchio che ricordo distintamente è mio nonno, morì all'età di 80 anni che io ne avevo meno di sei, non ho quindi moltissimi ricordi; il mio ricordo è quello di un bambino piccolo.
Mio nonno non è mai stato un vecchio, nel senso che non è mai stato improduttivo, seduto sul dondolo a cullarsi di ricordi. Era un contadino di un paesino sui monti avellinesi, e lo era quando i contadini andavano in pensione solo quando le gambe no reggevano più.
I miei ricordi sono frammentari, ricordo che metteva sempre le uova fresche in un buco perfettamente levigato posto sopra il camino dove noi nipoti potevamo facilmente prenderle. Ho ancora in mente la piacevole levigatezza del buco e la gioia quando inserita la mano trovavo qualche uovo da mangiare col pane. Ricordo una carezza che mi diede in presenza di mio padre, la ricordo distintamente insieme all'affetto che provavo per lui.
In quegli anni la televisione era un oggetto nuovo, a casa di mio nonno non c'era, la sera, davanti al camino, un nipote sulle gambe, canticchiava delle vecchie filastrocche "Ho perduto il mio galletto lla lla..." per noi nipoti, mentre rigirava fra la brace qualcosa da mangiare, gli snack di allora, per lo più patate o castagne.
Ne ho il ricordo di una persona mite e dolce, eppure gli adulti mi racconteranno che con i figli era molto severo, spesso sottolineava gli insegnamenti con sonori ceffoni. Era sicuramente il maschio di un tempo, duro con i figli perché sentiva forte il ruolo e la responsabilità di educatore, mite e giocoso con i nipoti, l'onere educativo toccava a qualcun altro, a lui toccava giocarci.
Quando morì partimmo da Napoli per Avellino, io, come dicevo avevo meno di sei anni. Ricordo un sacco di gente, un'aria triste che non capivo, non capivo il perché di tutta quella tristezza, la morte allora mi sembrava un evento naturale. Ricordo che più volte andai a baciare il cadavere di mio nonno, un gelo che ho imparato a conoscere, non lo facevo per affetto, lo facevo perché gli adulti si aspettavano che lo facessi. Mi ricordo in braccio a mia zia, la quale mi chiede "Gli volevi bene a nonno?" ed io che rispondo "Si" mi sforzo e piango per farla contenta... in realtà avevo solo voglia di correre in giardino a giocare.
(Giuro che, a questo giro, non sono affatto ironica!)Deli.
http://xkcd.com/406/
Ho messo il link attivo per maggior praticità. Vado a vedere.