Scartafaccio

IL PRESEPE NAPOLETANO: I LUOGHI


Tra le varie tradizioni italiane relative all'arte dei presepi la più famosa è sicuramente quella napoletana. Il periodo d'oro fu il Settecento, durante il regno di Carlo III di Borbone, quando da tutta l'Europa nobili e teste coronate arrivavano nella città partenopea per ammirare gli splendidi presepi, che venivano realizzati con tecniche nuove rispetto al passato. Famosissimo era il grande presepe allestito nel palazzo reale, che il sovrano volle portare con sé quando divenne Re di Spagna.Ancora oggi i presepi napoletani conservano l'originalità e la fantasia settecentesche, oltre che a perpetuarne i personaggi tipici e le ambientazioni caratteristiche.A Napoli è viva la tradizione della grotta, di provenienza orientale (in occidente si parla di capanna), che generalmente è collocata alla base della montagna, sulla quale si sviluppa in altezza tutta la rappresentazione. Potrei scrivere moltissimo sui vari significati connessi alla spelonca ma sarebbero tutti discorsi senza solide basi: il Vangelo di Luca parla solo di una mangiatoia nella quale fu deposto Gesù Bambino, senza entrare in ulteriori specifiche; è la tradizione apocrifa, con il Proto-Vangelo di Giacomo in particolare, che ci dà tutte le altre informazioni, tra cui la presenza di un bue e un asino a scaldare il neonato. La stessa parola presepe viene dal latino praesaepium, che significa mangiatoia. A volte, come nel celebre presepe conservato nella Certosa di San Martino, troviamo la scena della natività inserita tra due colonne corinzie, di cui una spezzata o monca, e un frontone, segno della caduta della cultura pagana davanti la venuta del Messia.In alto, in modo da dominare l'abitato cittadino, si colloca il castello medievale di Erode, pura invenzione allegorica partenopea (Erode abitava in una domus cittadina), che simboleggia l'arroganza umana che diventa tracotanza e sfida alla divinità.L'osteria richiama le taverne e gli alberghi ai quali Giuseppe e Maria si rivolsero, senza successo, per trovare un riparo: spesso associata al vizio e alla perdizione, essa è più che altro legata all'idea del ristoro del viaggiatore affaticato, che percorre la difficile via per raggungere Cristo. Caratteristici della scena sono i tavoli riccamente imbanditi con leccornie di vario genere e stoviglie colorate e finemente cesellate. La troviamo posizionata accanto alla grotta. Il forno con il fuoco acceso e il pane appena sfornato allude all'Eucarestia.Il mulino è legato sia a un'idea di peccato come prigione dell'anima sia al chicco di grano, che deve essere macinato per dare il pane, ricalcando quello schema di morte e risurrezione che è del Cristo. Il ponte è il simbolo del passaggio dalla vita alla morte, come raccontano anche alcune leggende napoletane. Vuole la tradizione che, durante il periodo dell'Epifania, sul ponte compaiano dodici frati con il pollice in su, i dodici mesi o i dodici giorni che precedono il Natale, che lo attraversano al seguito dei Magi per tornare nell'aldilà.Ci sono, infine, tre luoghi legati all'acqua: il pozzo, il fiume, la fontana. Il fiume è sempre presente nei presepi più grandi, senza un'ubicazione precisa, e termina in un laghetto: è associato al Battesimo o alle varie simbologie sulla morte e rinascita e sulla contrapposizione tra luce e tenebre, sulla fecondità, sul richiamo al fiume infernale, l'Acheronte. E' una delle metafore più complesse. Il pozzo è presente nei presepi più piccoli, dove manca il fiume, oppure completa il torrente in quelli più grandi. Accanto al pozzo si può trovare Maria 'a manilonga, un contraltare demoniaco della Madonna, che tira giù nel pozzo i malcapitati che vi scrutano dentro. Leggende antiche raccontano che la notte di Natale non si attingeva acqua dai pozzi, perché alcuni spiriti diabolici avrebbero posseduto chiunque avesse bevuto quell'acqua.La fontana ha connotazioni più allegre e positive: richiama l'apparizione dell'angelo alla Vergine, narrata nel Vangelo dello Pseudo-Tommaso. La prossima volta parlerò dei personaggi tipici e metterò alcune foto di presepi napoletani.