viaggiando... (meno)

pausa pranzo


E lo so che avevo già chiuso tutto e salutato.Poi sono andata a mangiare e mi si sono inchianati i cazzi.Ristorante giapponese sotto l’ufficio. Lo so, sto per andare a fare il pieno di ostriche e crostacei, quindi forse andare a mangiare una pizza, oggi, sarebbe stato un po’ più intelligente. O semplicemente meno stupido. O fa lo stesso, comunque.Non credo sia un’usanza solo torinese, ma, all’ora di pranzo, nei bar, ristoranti, pizzerie, trattorie, bocciofile, friggitorie clandestine e sarcazzo cos’altro, sono previsti i menu a prezzo fisso, che vanno dal semplice panino+bibita+caffe al più elaborato antipasto - primo - secondo - frutta - acqua e/o vino - dolce -caffe - ammazzacaffè - seppellisci l’ammazzacaffè. Quindi tu, cara culona malvestita che te la tiri come se ce l’avessi in diagonale, dopo che ti sei strafogata antipasto, insalata, piatto di yaki udon, zuppa di miso, misto di sushi e sashimi, acqua e caffè, è inutile che arrivi alla cassa dicendo, con quell’espressione che solo certe torinesi stronze riescono ad assumere di fronte a qualcuno di un’etnia differente dalla loro: “non ho preso il dolce, costa 15euro ugualmente? no, perchè non lo trovo corretto!”La prossima volta, se non vuoi il dolce perchè pensi che sia proprio quella misera coppia di palline di gelato al te verde a farti male,  prova a ordinare alla carta, così tutto quello che hai mangiato se ti dice culo lo paghi il doppio, ma, se non altro, ti eviterai una colossale figura di merda.