viaggiando... (meno)

che noia


E’ il sei agosto.Che in questo blog si fa informazione, prima di tutto.La bionda collega surfista è comunque riuscita ad arrivare in ufficio in ritardo.Io solitamente vivo e lascio vivere, perché fondamentalmente, nel mio egocentrismo sfrenato, me ne fotto degli altri. Ma credo che prima o poi la manderò a cagare. E senza nemmeno il sorriso sulle labbra. Ma, a parte questo, va tutto bene, davvero. Sono reduce da un week end in cui non ho messo il naso fuori di casa, se non per uscire in veranda a fumare. Questo significa che non sono nemmeno andata a fare la spesa, no. Ho indossato una t.shirt sbrindellata sabato mattina, quando mi sono svegliata, ma solo perché dovevo uscire in veranda a fumare, e farlo nuda pare non sia cosa. Che poi, secondo me, i miei vicini di casa non troverebbero nulla da ridire. Le loro mogli sì, probabilmente. Comunque stamattina nel rimettermi le mutande ho provato un po’ di fastidio, ecco. Venerdì sera invece sono andata a cena. Nella Granda. Io e la bionda pensavamo di immetterci in tangenziale e trovare il mondo in direzione mare. Sbagliato. Non c’era nessuno. Siamo arrivate a Bra in tempo utile per farci anche un giro di shopping, sia mai che non si faccia girare l’economia, che c’è crisi. Sono tornata a casa con due paia di scarpe.Di cui non avevo bisogno, ovvio. Ma i saldi al 50% sono fatti apposta per affrontare gli acquisti inutili senza inutili sensi di colpa, no? La cena era messicana. Il che vuol dire che noi siamo andate a Bra e non abbiamo toccato la salsiccia. Che è un’affermazione che si presta a dubbie interpretazioni, fra l’altro. Comunque abbiamo toccato il Margarita. Che scende sempre benissimo. E non lascia traccia. Almeno, fino al giorno in cui non verrai fermata per l’alcool test. Cosa che, fra l’altro, mi è successa una volta sola, fortunatamente da sobria, sulla Great Ocean Road. Una vita fa, quasi.