13 settembre: segesta, gibellina, castello di rampinzeriVisita del sito archeologico di Selinunte: interessante, nonostante sia rimasto “intatto” un unico tempio. Per il resto cumuli di rovine, resti di necropoli, vecchie mura. Sarà perché magari mi identifico, ma rimango sempre affascinata dai ruderi. Il percorso si snoda per 5 km di strade bianche (ovviamente polverose), fortunatamente quasi interamente in piano: io e la mia socia, geniali come un paguro bernardo lobotomizzato alla nascita li affrontiamo con relativa tranquillità e SENZA nemmeno una misera bottiglietta d’acqua. Non so se sarà stato l’effetto della disidratazione, ma, conclusa la visita decidiamo di andare a Gibellina, che, se il correttore automatico evitasse di modificare in ghibellina mi farebbe anche cosa gradita.Gibellina è tristemente famosa per essere stata completamente distrutta nel disastroso terremoto del gennaio 1968. La “nuova” Gibellina è stata riedificata più a valle, in una dimensione urbanistica completamente differente, più moderna, più sicura, come per prendere le distanze dagli eventi catastrofici e dal paese che non c’è più, ma che resta lì, sventrato, a testimonianza di quei giorni.Le rovine dell'antica città di Gibellina sono state trasfigurate in opera d'arte da Alberto Burri, che ha ricoperto le rovine con una colata di cemento bianco lasciando però inalterato l'impianto viario: è il Cretto di Burri
viaggio in Sicilia
13 settembre: segesta, gibellina, castello di rampinzeriVisita del sito archeologico di Selinunte: interessante, nonostante sia rimasto “intatto” un unico tempio. Per il resto cumuli di rovine, resti di necropoli, vecchie mura. Sarà perché magari mi identifico, ma rimango sempre affascinata dai ruderi. Il percorso si snoda per 5 km di strade bianche (ovviamente polverose), fortunatamente quasi interamente in piano: io e la mia socia, geniali come un paguro bernardo lobotomizzato alla nascita li affrontiamo con relativa tranquillità e SENZA nemmeno una misera bottiglietta d’acqua. Non so se sarà stato l’effetto della disidratazione, ma, conclusa la visita decidiamo di andare a Gibellina, che, se il correttore automatico evitasse di modificare in ghibellina mi farebbe anche cosa gradita.Gibellina è tristemente famosa per essere stata completamente distrutta nel disastroso terremoto del gennaio 1968. La “nuova” Gibellina è stata riedificata più a valle, in una dimensione urbanistica completamente differente, più moderna, più sicura, come per prendere le distanze dagli eventi catastrofici e dal paese che non c’è più, ma che resta lì, sventrato, a testimonianza di quei giorni.Le rovine dell'antica città di Gibellina sono state trasfigurate in opera d'arte da Alberto Burri, che ha ricoperto le rovine con una colata di cemento bianco lasciando però inalterato l'impianto viario: è il Cretto di Burri