viaggiando... (meno)

raffreddada


Ho  il fisico di un lottatore di sumo con le tette e l’apparato respiratorio di un cercopiteco asmatico. Ho portato in giro un paio di tonsille inutili e dannose fino a 18 anni, quando, dopo essermi un po’ rotta il cazzo di farmi 4 tonsilliti ogni inverno, me le sono fatte asportare. Ricordo che i  miei compagni di stanza all’ospedale erano dei bimbi di 5/6 anni, che la sera dell’operazione correvano urlando per i corridoi. Io non ho parlato per una settimana e quando dopo 2 giorni ho tentato di deglutire un po’ di te con una fetta biscottata non ce l’ho fatta. Da quel giorno però è davvero raro che io prenda l’influenza o che mi venga la febbre. In compenso al mio raffreddore non rinuncio. Mai. Toglietemi tutto ma non il mio raffreddore, in pratica. In genere arriva con l’autunno e sparisce in primavera, con fasi più o meno acute. In questi giorni è nella sua fase di massimo splendore, iniziata venerdì, quando avevo deciso di portare le mie carte di credito a fare shopping. Invece avevo le lacrime agli occhi, le mani occupate a reggere alternativamente i fazzoletti e/o il vicks inalante che non sono riuscita ad applicarmi nella sublime arte dello shopping carpiato outdoor. Ieri ero in ufficio, bella come il sole e raffreddata come un daiquiri frozen, con il mio capo che dal suo ufficio mi diceva “guai a te se m’attacchi il raffreddore”, “li mortacci de’ pippo me stai a contagià” e, per non farsi mancare niente, è uscito dall’ufficio per andare a casa starnutendo. Stamattina suona il telefono. Dall’altra parte una voce profonda e nasale, che non credo volesse citare nicola di bari quanto un coro da curva sud, che dice: “la senti questa voce?” “Sì, è sexy. L’importante è che sua moglie non si incazzi con me!”