viaggiando... (meno)

control


Quando negli anni 80 acquistai i due LP dei Joy Division, Ian Curtis era già morto. Suicidatosi il giorno prima della partenza per il primo tour del gruppo negli Stati Uniti. E il film di Anton Corbijn, fotografo al suo esordio cinematografico, ci ripropone sullo schermo, in un bianco e nero che ben si adatta allo spirito della band, la vita del giovane artista, interpretato da un bravissimo Sam Riley, e della sua difficoltà a mantenere il controllo sulle cose. Sulla sua vita, innanzi tutto. Incapace di “scegliere” fra la moglie, sposata forse troppo presto, e l’amante, conosciuta dopo un concerto. E incapace di accettare la sua malattia, l’epilessia, con gli attacchi sempre più frequenti, oltre alla convinzione di non riuscire a gestire il successo.  Fine delle trasmissioni.