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Post n°1029 pubblicato il 11 Settembre 2009 da poison.dee
 

Ma solo un pochino.
La “mia” biondina preferita sta per andare a New York.
E io no.
A parte che nemmeno potrei, volendo. Che ho il passaporto in scadenza. Che dovrei anche darmi una mossa e rifarlo, che non si sa mai.
Comunque, la biondina va a New York.
Io ci sono stata una volta sola, a New York. Era la primavera del 2000.
Arrivare a New York ed innamorarmene è stata una cosa sola.
Ero con Paola e Tiziana, tanto per cambiare. Non ricordo per quale strano motivo non eravamo andate in hotel ma avevamo affittato un appartamento non lontano dalla fifth avenue. Che poteva essere sulla 32^ come sulla 37^, non ricordo. Eravamo arrivate in città che era quasi sera, quindi avevamo recuperato qualcosa da mangiare in un self service della zona e poi avevamo preso confidenza con la nostra “casa”, che era in un condominio abbastanza elegante, col portiere e con la tenda verde a coprire l’ingresso sul marciapiede, proprio come nei film. Paola e Tiziana dormivano nella stanza col letto matrimoniale, io nell’altra, quella con la tv (che a me serve per addormentarmi, meglio di qualunque sonnifero). Che poi non è che ne avessi bisogno. Del sonnifero, intendo. Perché quando si rincasava eravamo delle larve di femmina e stramazzavamo sul letto. Una sera addirittura vestite. Perché l’idea era “adesso ci riposiamo un po’ e poi usciamo per cena e dopocena”. Io mi sono svegliata alle 4 di notte, probabilmente indossavo ancora le scarpe. Inutile dire che quella sera non cenammo.
Ce la siamo camminate in lungo e in largo, il Greenwich Village, Nolita, Washington Square, l’Empire State Building, Times Square, Central Park, Broadway, il Moma, il Guggenheim, Harlem, Coney Island con tanto di giro sulle montagne russe e hot dog da Nathan’s, Chinatown, il panino con pastrami da Katz’s, le doggy bag, i grandi magazzini, il ponte di Brooklyn a piedi e la Brooklyn Heights Promenade, il traghetto (gratuito) fino a Staten Island, lo shopping, le telefonate a casa a carico del destinatario dai telefoni pubblici, i drugstore.

Che voglia di tornare. 

 
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