schegge di vetro

Post N° 145


Tardo pomeriggio di uno dei giorni più caldi di questa estate. Un forno.Ero in ufficio e stavo lavorando al computer. La biondina che è stata assunta l’anno, scorso è un po’ di tempo che dimostra un apprezzamento nei miei confronti ed ha cominciato ad applicare un pressing, tutt’altro che velato, fatto di battute spinte, allusioni che non lasciano spazio al fraintendimento, palpate di culo...una “signora” insomma.Ultimamente le cose sono anche peggiorate: ovunque mi giri, ogni movimento io faccia, me la ritrovo dietro.Non sarebbe neanche bruttissima, ma neanche bella. Un po’ culona anche se molto soda grazie alle pratiche sportive, visino grazioso anche se un po’ anonimo e due belle tettone. Diciamo che per un uomo rientrerebbe nella categoria delle “trombabili”, ma è quanto più distante possa esistere dalla mia idea di femminilità e questo ha un’importanza determinante.Infatti è assolutamente priva, per me, di qualsiasi fascino e non è neanche particolarmente simpatica anzi, io provo un sottile senso di repulsione. Mi da quasi fastidio. E non la sopporto più.Ho sempre declinato più o meno gentilmente, inviti e avances facendole capire chiaramente ed inequivocabilmente, che “non c’era trippa per gatti”.Durante quel pomeriggio, però, i colleghi era già tutti usciti perché l’orario di lavoro era terminato ed io dovevo ultimare un compito che mi era stato assegnato.  Dopo una mezz’ora, mi accorgo che anche lei è rimasta e mi chiama dal suo ufficio:-          “ scusa ****** potresti venire da me devo chiederti una cosa?”-          “guarda adesso non posso, ho veramente molto da fare e devo finire entro stasera”. Rispondo io.  Silenzio.Dopo pochi attimi la vedo entrare nel mio ufficio e mi si viene a piazzare in piedi dietro la sedia sulla quale sono seduto mentre lavoro al PC, cosa che mi infastidisce enormemente perché sento il fiato sul collo:-          “ che stati facendo?”-          “sto giocando” le rispondo ironicamente e un po’ seccato.-          “Cosa scrivi?”Mentre pronuncia queste parole, si china verso il monitor del PC appoggiandomi completamente le sue tette sul collo. Una tetta di quà e una di là.E’ una sua consuetudine appoggiarsi,  ma stavolta  non so neanche io il perché, invece di sfuggire scostandomi, oppongo resistenza con la testa alle sue tette cosicché me la ritrovo spalmata sulla nuca.Un massaggio al collo con le tette, devo ammettere che è piacevole a prescindere da chi te lo fa, ma dovevo immaginare che una donna con quella determinazione e invadenza, ne avrebbe approfittato. Infatti mentre me ne stavo rilassato sui suoi guanciali, senza rendermene conto mi ritrovo le sue mani sul pacco. Mi sfugge un sospiro istintivo di approvazione subito mi pento, ma fulmineamente lei mi slaccia i pantaloni e le mani passano da “sul” pacco, a “dentro” il pacco.Esistono dei limiti oltrepassati i quali, ogni uomo e ogni donna non riescono più a tornare indietro dimenticandosi gli aspetti culturali e caratteriali e trasformandosi in ciò che atavicamente erano e che anzi sono ancora: animali. A quel punto la situazione era precipitata e l’istinto aveva preso il sopravvento.Io mi giro e la bacio. Le mi fa alzare in piedi e mi prende per il manico come se stesse tenendomi per mano e mi trascina, verso il suo ufficio che è molto più nascosto del mio e dove nessuno può arrivare senza essere visto.Io la seguo come un bambino segue la madre che lo tira per la manina e l’immagine di me che cammino a  piccoli passi perché i pantaloni alle caviglie mi impediscono la normale camminata, non è effettivamente, molto edificante. Sorrido:-          “Sembra un porno film di serie B” penso.Una volta nel suo ufficio ci accoppiamo brutalmente sulla sua scrivania, tra graffette e spillette pericolosamente acuminate che si conficcano nei posti più strani.Appena finito l’amplesso riemergo dall’eccitazione come si riemerge da un incubo e la realtà torna brutalmente a palesarsi. Mi distacco da lei, la guardo stupito, mi rivesto frettolosamente, spengo il PC e me ne vado immediatamente. Mi rendo conto di essere stato un po’ cafone, ma dovevo andarmene. Non avrei saputo cosa dire.I giorni dopo sono stati imbarazzanti. Mi sentivo strano e continuavo a chiedermi come fosse stato possibile aver ceduto ad una donna verso la quale non provavo la minima attrazione. La cosa mi faceva anche leggermente incazzare perché questo fatto era la dimostrazione che qualsiasi donna, quando si mette in testa una cosa, la ottiene nel 90% dei casi ed è anche la dimostrazione che in alcuni frangenti l’uomo si comporta come uno stupido burattino. La sola cosa positiva è che da quel giorno anche lei è diventata meno assillante come se avesse ottenuto ciò che si era prefissata di ottenere. Forse non è stato tutto inutile...