Ieri ho incontrato Daniela... niente di più cronologicamente appropriato.C’era lei quando questa storia muoveva i primi passi, perciò aveva perfettamente senso che riapparisse per caso nella mia vita dopo tre anni, per sapere come è andata a finire. Daniela è una splendida donna napoletana che in quei giorni, che ora sembrano così lontani ed irreali, mi faceva da allenatrice in palestra. Una donna che la sa lunga, dal cuore d’oro e con una certa propensione al gossip: non ci volle molto perché si accorgesse del mio cambiamento, del fatto che mi fossi innamorato. Volle sapere tutto, e io tutto le dissi, visto che lei sembrava sinceramente emozionarsi, come se le stessi leggendo un romanzo Harmony. E poi faceva bene anche a me raccontare, mi riempiva di pace raccontarle il mio amore. Mi ha riconosciuto lei per strada, e dopo i baci e gli abbracci di rito è andata dritta al punto: “...E allora? come è andata a finire con la milanese..?” Le ho raccontato molto, non tutto. La cosa tragicomica di questo quadretto è stata che alla fine ero io a rincuorarla, mentre lei piangeva e piangeva... Il suo trucco pesante impietosamente si andava sfaldando, trasformandola in una via di mezzo tra “il Corvo” di James O'Barr e il “Joker” di Heath Ledger. Qualcuno, passando, mi guardava con occhi di rimprovero, pensando che l’avessi colpevolmente fatta piangere io. Vagli a spiegare che non riesco più a piangere, che i miei occhi sono troppo stanchi per continuare a farlo, che se guardi bene ci sono solchi che mi rigano le guance. In effetti mi accorgo di avere gli occhi di un vecchio.