Schwed Racconta

IL PAVONE ATTERRA SULLA CULTURA DI REPUBBLICA / Recensione


Un pavone in fuga a Roma tra umorismo e centurionidi Fabrizio Ravelli Giulio Campennì, progettista di interni poco amante della realtà esterna, che scruta con un binocolo, si ritrova a inseguire per le vie di Roma un pavone fuggitivo. Il pennuto gli è stato affidato dalla imperiosa suocera Nelly Terracina, incarnazione del prototipo di madre ebraica autoritaria. E il protagonista, campione di inadeguatezza, scoprirà una Roma sconosciuta, affollata di personaggi fra i quali campeggia il gigante Elvio Spizzichino, di professione figurante centurione per le foto dei turisti. Alessandro Schwed, in anni giovanili autore satirico nella redazione del Male con lo pseudonimo di Jiga Melik, infila con questo La via del pavoneun altro capitolo di una narrazione nel segno dell’umorismo paradossale. Un campo poco frequentato dalla letteratura italiana, che Schwed percorre con felicissima proprietà di toni.Autore, con Lo zio Coso, di un bellissimo romanzo della memoria, e con La scomparsa di Israele di un amaro grottesco storicoumoristico, con questo suo pavone in fuga sceglie la comicità dell’assurdo. Il risultato è parecchio divertente e preciso, qualcosa fra Zavattini e Chagall alla romanesca. (La Repubblica, 2 gennaio 2014)