Schwed Racconta

Sul fatto che i ragazzi di ora non saprebbero un bel nulla e la lariciunferalillallero lariciunferalillallallà


Caro amico di Fb che critichi i ragazzi di ora per l'ignoranza crassa, per non saper scrivere un rigo, distinguere questo da quello, essere arroganti, e la lariciunferalillallero lariciunferalillallallà. Ecco, credo che né tu né io, e nessuno purtroppo, abbia gli strumenti per sapere cosa stia succedendo e tantomeno che succederà nel nuovo mondo che viene. Ma sui ragazzi ti sbagli per eccesso. Fustighi e cannoneggi perché la lettura e la cultura non sono il loro orizzonte, ma solo il software, la playstation e il web che noi invece ignoriamo. Forse è davvero così, loro non sanno che poco, ma poi dimmi, amico di Fb, noi che sapevamo all’inizio, a parte la Vergine Cuccia del Parini e qualche terzina di padre Dante? Sapevamo dell’antifascismo, e non tutti lo sapevamo. Leggevamo, o pareva che noi leggessimo, che noi andassimo al cinema proficuamente a vedere Bergman nei cineforum che erano stati fondati dai nostri fratelli maggiori, delle volte dai preti che criticavamo tanto, o dai nostri padri che lavoravano per noi senza farsene accorgere. Ma non è di questo che dico: quando si parla dello sconvolgente abisso, del non sapere totale dei giovani, stiamo parlando di questo ipnotico umanesimo nuovo, che però non pare umanesimo, e chissà cosa è, o di quello precedente? Di Dante, Boccaccio e Tasso, o dei fake e di YouTube, sia orridi che meravigliosi? Bisognerebbe sapere cosa stiano diventando oggi la cultura e la lettura, e cosa si intenda nominandole, perché stanno cambiando in modo vertiginoso. Tutto è a disposizione. Troppo  o non troppo? E poi dimmi, quando mai cultura e lettura sono state veramente in primo piano presso le generazioni, del resto quando mai gli adulti o gli anziani hanno lesinato critiche e brontolii ai figli e ai nipoti, quando mai li hanno trovati indenni da imperfezioni? Soprattutto, rifletti: l'umanesimo e il pensiero hanno sempre riguardato alcuni, non la folla. Basta leggere mitopoieticamente il Genesi, o l'Eneide, o anche Robinson Crusoe, per capirlo. I giovani sbagliano, bene, è il loro meraviglioso lavoro! La nostra generazione è stata fortunata, è cresciuta in mezzo al miracolo di adulti come Calvino, Moravia, Gadda, Pasolini, Fenoglio, Sciascia, Buzzati, Parise, Moravia, ha solo sfiorato Pavese per ragioni tragiche. Noi facevamo mostra di leggerli dato che li tenevamo in vista sugli scaffali, ma quanto poi fosse vero che erano letti da tutti non lo so. Del resto mentre li leggevamo, o sembrava che li leggessimo, avevamo le Br per la strada, e se non le Br l'eroina. Invece questi ragazzi di adesso, sociologicamente (e orribilmente) chiamati "nativi digitali", hanno attitudini di pensiero, modalità, che noi non avevamo affatto, una mole di informazioni immediate che noi non avevamo, in sintesi  una capacità di elaborare diversa, rapida e molteplice. Meglio, peggio? Ci stiamo inabissando o stiamo entrando in una strada sconosciuta e abbiamo paura?  È come criticare l'invenzione della ruota o la scoperta del fuoco. Per fare un esempio conosco assai bene un ragazzo che ora ha sui ventanni e che ha studiato la chitarra molto più sul web che con i suoi maestri, guardando Clapton ed Hendrix centinaia di volte, cosa che noi non potevamo fare né come gli appassionati di musica che fummo, né come musicisti, che io certo non fui. I deprecati ragazzi sanno tutto in questo stesso momento. È sbagliato? Beh,  correggeranno questo magnifico errore. Dovranno farlo da soli perché tra noi non ci sono Calvino, Moravia, Buzzati, Parise, Gadda, Pasolini, Fenoglio, Moravia, Sciascia e Pavese.