Sciarconazzi

140722 - Le vicende di casa Equilatero - ovvero: un'estate dallo zio Ludmillo


______Ad un tratto, senza voltarsi e dopo aver espirato un altro bel nuvolone di fumo bluastro made in Havana, lo zio disse – Narimbardo, caro, si può sapere che stai facendo là nell’angolo? Ma Narimbardo non rispose. Lucia faceva correre lo sguardo tra il cugino e lo zio, in attesa di vedere cosa sarebbe successo. In verità non aveva mai udito lo zio usare un tono così deciso. Dopo che fu passato un minuto buono, lo zio sospirò e scosse il capo. Si voltò verso Lucia che sedeva sul divano rococò alla sua sinistra e sorrise strizzandole l’occhio. La ragazzina strabuzzò gli occhi nel vedere compiere quel gesto così informale dallo zio che sedeva nella poltrona in giacca, cravatta e gilet. Nel frattempo il cugino Narimbardo era sempre affaccendato nel suo angolino. Dopo un po’ tornò Poldracco recando un vassoio su cui poggiava la bottiglia dello sherry e il bicchiere per Ludmillo. - Posso versare, signore? - Una lacrima..! – rispose lo zio stendendo una mano quasi a volergli intimare l'alt.Per lo zio Ludmillo “Una lacrima” significava due dita abbondanti di liquore. - Mmmm…buono! – mormorò facendo schioccare la lingua contro il palato. Allungò il bicchiere vuoto a Poldracco e si alzò. - Mi ritiro nei miei appartamenti. Tu, hai qualche programma per stasera, mia cara? – chiese nel suo abituale tono da signore di campagna. - Avrei da fare dei compiti… - Se lo gradisci possiamo farli assieme. Seguimi nello studio - …e quello là? – chiese Lucia indicando con un cenno della testa il cugino. - Penso che sia a colloquio con il suo dio… Non ti curar’ di esso ma guarda e passa. E soprattutto non diventare pirla come lui! ****** Due ore più tardi, dopo aver risolto calcoli quantistici a tre dimensioni e aver messo a letto la nipotina, Ludmillo tornò in salotto. Per far prima si servì del monopattino. “L’imbecille non c’è…”, pensò varcando la soglia. Andò a sedersi nella sua poltrona e si mise ad osservare il soffitto. Dal fondo udì bussare e si voltò. Era Poldracco. - Il signore desidera ancora qualcosa? - Ma sì, versamene un’altra lacrima… - rispose distrattamente Ludmillo. Il maggiordomo gli porse il bicchiere e Ludmillo lo osservò in controluce. - Sai dov’è finito mio nipote? – chiese. - Suppongo sia nella sua stanza… - Uhm..! Beh, ritirati pure, però resta nei paraggi… - mormorò avvicinando il bicchiere alla bocca e ingollò un generoso sorso. Poldracco, con un inchino, si allontanò. Non passarono molti minuti che fece il suo ingresso Narimbardo. - Zio! Che fai qui solo? - Oh, nipote! Anche tu ancora sveglio a sì tarda ora? - disse Ludmillo alzandosi. - Non ho sonno - Già… Ma che ci facevi prima, là nell’angolo? - Vocalizzi - Ti interessi di canto? Gregoriano, polifonico, ditirambico? - No, voglio imparare a parlare in pubblico - Ah, un oratore! - Zio…asssscolta… - la voce di Narimbardo divenne come un incrocio tra quella di E.T., Yoda e Gollum Ludmillo si bloccò come ipnotizzato. - Zio…tu ssssei rilasssssato… Ludmillo socchiuse gli occhi. - Dammi centomila lire… Ludmillo prese il portafoglio, ne estrasse due pezzi da cinquantamila e li diede al nipote che se li cacciò in tasca. - Tra quindici sssssssecondi ti sssssssveglierai e non ricorderai più nulla… - disse poi prima di allontanarsi e sparire nel corridoio. Ludmillo rimase imbambolato in mezzo al salone. Nella porta apparve Poldracco. - Può smettere, signore. Il signorino Narimbardo è già a metà corridoio, ormai - Uff…che fatica questa commedia. Quando mercoledì scorso mi chiese il giradischi intuii cosa poteva avere in mente, quell’imbecille. Ma non lo facevo così temerario! - Con licenza, il signorino Narimbardo non è temerario. È sfacciato e profondamente disonesto - Già! E temo che non si possa recuperare. Ciononostante intendo dargli una bella lezione. Anzi, gliela farò dare dal mondo! - È giusto, signore – approvò Poldracco con un leggero inchino. – Posso portare via lo Sherry, signore? - Direi di sì, mio fido Poldracco! Per stasera ho filtrato bastevolmente, purtroppo! – sospirò Ludmillo e si incamminò verso la propria stanza.