Sciarconazzi

140817 # 1 - "Il signor Wolf risolve problemi" - ...già, ma mica soltanto lui - per fortuna!


______Il telefono squillò e Clitemnestra trasalì. Aveva trascorso tutta la mattina accanto al suo vecchio telefono di bachelite senza mangiare né bere, tremando a tratti e tesa come la corda di un violino. - Pronto... - disse col fiato corto e la voce roca schiarendosela immediatamente e deglutendo. - Ciao cara! Non dire niente! - disse la voce di Ludmillo, inconsuetamente dura e decisa impedendole di fare domande o di parlare. - Ti vorrei mia ospite per pranzo. Ci terrei molto. - pausa. - Oggi? Caro, io non se... - iniziò Clitemnestra ma Ludmillo la interruppe bruscamente, come non era uso fare - Non dirmi di no, mia cara! - seguì una risata secca, aspra. Clitemnestra non seppe cosa pensare. - Ma Ludmillo... - tentò di protestare. - Manderò Poldracco a prenderti alle undici, così ci sarà tempo per l'aperitivo e per fare due passi in giardino. Ti abbraccio, a presto! - e, senza attendere risposta, riagganciò. Perplessa, Clitemnestra lasciò cadere il pesante microtelefono sulla forcella.- Eri strano al telefono, oggi... - iniziò Clitemnestra mentre passeggiava al braccio di Ludmillo nel giardino di "Villa Equilatero". Ludmillo non rispose e la guidò verso il retro della villa. - Dove andiamo? Pensavo volessi parlarmi al solito posto, sotto il nostro albero... - disse lei. - Vieni, mia cara. Oggi ti mostrerò la mia collezione di farfalle - rispose lui con un sorriso. - Sciocco che sei! - lo rimproverò lei ricambiando il sorriso. Salirono una breve rampa di scale che finiva con una pesante porta di legno segnata dalle intemperie. Ludmillo fece girare una grossa chiave nella serratura che dolcemente, perfettamente oliata, si aprì. Accese una luce ed apparvero degli scalini che portavano verso il basso. - Ma dove mi stai portando? - chiese lei perplessa. - Vieni - rispose lui stringendole una mano per significarle che era tutto a posto. Giunsero in una cantina dove aleggiava odore di muffa e chiuso. Due lampade al neon illuminavano generosamente il locale. In un angolo stava un carrello da barbecue. Ludmillo estrasse un mazzo di lettere legate da uno spago e lo porse a Clitemnestra. Stupita lei le osservò e un attimo dopo le riconobbe. Emise un gemito. - Sono tutte? - chiese Ludmillo. - Sì... - confermò lei dopo averle passate una ad una. - Dammele... - disse lui con dolcezza e le dispose a ventaglio nel carrello. Poi, da una mensola, trasse una bottiglietta di combustibile versandolo generosamente finché non le ebbe inzuppate a dovere.La notte precedente...Dal fondo del salone, sprofondato nella sua poltrona, udì bussare. Espirò fumo e poi chiamò a voce alta "Avanti!". - Signore... - esordì Poldracco come si fu appressato ad una distanza tale da poter parlare a mezza voce. - Risolto? - Sì. Abbiamo recuperato tutte le lettere - Bene. E lui, quel tizio, dove l'avete sistemato? - È in viaggio verso Genova - Ah! Ottima idea. Immagino quale sia il piano e non voglio sapere altro. E quell'avvocato? - Beh, l'avvocato...uhm, signore, sono costernato ma c'è stato un, uhm...un incidente... Ludmillo aspirò una lunga boccata e fissò il soffitto. Espirò e si schiarì la voce. - E non si è proprio potuto evitare? - chiese dopo qualche istante di riflessione. - Beh, signore, sa, gli avvocati parlano. Parlano molto: è il loro mestiere. E chi parla molto, soprattutto mentre cammina...a volte è distratto, inciampa o mette un piede in fallo e finisce in una buca. Se poi la buca è profonda... E...e come si fa? - Come si fa cosa? - Come si fa a tirarlo fuori da quella buca? - Ma è tanto profonda, quella buca? - Eh, signore...una voragine. - Sai, Poldracco, hai la straordinaria capacità di volgere i problemi in soluzioni. - Ludmillo fece una pausa per rimirare meditabondo l'estremità del sigaro dove la brace andava affievolendosi. Poi riprese - Quella valigetta è per te - mormorò indicando la ventiquattrore marrone che stava in piedi davanti al camino spento. - Grazie signore, troppo buono - Quel che è giusto è giusto. Quelle lettere dove sono? - Eccole! - rispose Poldracco allungando una piccola pigna composta di circa dieci buste. - Sono tutte? - Tutte, signore - Non è che, magari, tra un po'... - No, signore. Impossibile: anche i muti diventano oltremodo loquaci quando hanno a che fare con quel mio amico. E quello Yaidas Yelordim, che non è certo un duro, ha cantato fino all'ultima strofa... - bisbigliò Poldracco. S'inchinò, prese la ventiquattrore e lasciò il suo padrone che gettò il sigaro, ormai spento, nel camino.