Sciarconazzi

140820 # 2 - From the '90s


______ Un giorno diventerò grande anch'io, chissà che ore saranno... The day you understand things, it's almost always too late. Per scrivere ci vuole coraggio. G.R. Have you ever tasted pain? Have you ever chewed tears? In Grego confluiva il lato oscuro dei suoi amici. Egli traduceva in azione tutto quello che i suoi amici osavano pensare con compiaciuta scurrilità ed animo violento solamente nella solitudine dei loro cessi nell'oscura ora della mezzanotte, quando, avvolti dalla tenebra e  dal silenzio, potevano illudersi dell'assenza del dio della loro infanzia. Questo rappresentava Grego per loro. Lo invidiavano e a volte, nascostamente, lo odiavano. Talvolta, per contro, con un sorriso, il caro Grego tesseva morbidi pensieri borghesi come questo:«Quello su cui conto molto quando rientro alla sera, è trovare il calorifero caldo!»O quest'altro:Invecchiare abbastanza e abbastanza bene da poter guardare indietro e sorridere. Ecco questa potrebbe essere una delle mie ambizioni. * * * * * Quando lavoravo per un tale che di cognome faceva "uomo", non mi sono mai lamentato degli alberghi in cui ci sistemava (anche perché non sarebbe servito a un cazzo e poi non volevo dargli soddisfazione). Ma quella volta nel 1998 a Firenze per la fiera tessile... Mi ricordo che dai rubinetti usciva acqua marrone. Non si capiva se fosse terra o ruggine. E non serviva a un cazzo far correre l'acqua, sembrava comunque sempre chinotto diluito e sgasato. Quella volta era scesa in Italia, insieme col direttore vendite, anche una segretaria dell'ufficio austriaco. Decisamente scopabile nonostante l'herpes. Decisamente non figa, decisamente femmina. La sera, come da prammatica, si era svolta la cena di lavoro a base di pippe e risate istituzionali. Vino a fiumi coi complimenti del gestore rubizzo, grasso, rumorosamente mellifluo e sudato. Avevo portato con me gli immancabili accessori delle cene di lavoro: un sorriso impermeabile e molto appetito. Beh, certo: ero anche assetato. Rientrati in albergo sbirciai il numero della stanza della tizia che si era lasciata amabilmente flirtare nei momenti in cui i capi erano sembrati meno attenti. Davanti all'ascensore ci si scambiò la buonanotte ufficiale e l'arrivederci a domani coi capi e i colleghi. Giunto in camera, col cazzo già in tiro per il bere e per i miei trent'anni, sollevo la cornetta e compongo il numero della stanza di lei - Che ne diresti di un drink al bar? - Sono un po' stanca...non so - Secondo me non lo sei abbastanza - Va bene. Ci vediamo nella hall - sorrise lei attraverso la cornetta. - Passo a prenderti, sei di strada - Bussa piano... Non siamo scesi al bar della hall, da lei si stava più comodi.______________________________________________________________Seguirà il secondo episodio della storia del signor Nòncio.