Scienza & Affini

questa è una nota che verrà inviata alla redazione di focus.


Buon giorno,sono un vostro attento lettore fin dal primo numero, vorrei rispondere all’articolo comparso sulla rivista 187, maggio 2008: La porta del tempo, a firma Luigi Bignami e Andrea Parlangeli.La questione dei viaggi nel tempo, ha sempre affascinato l’uomo in tutte le epoche e penso che continuerà ad attrarlo ancora per moltissimo tempo, è pertanto logico che ogni nuovo esperimento venga salutato come una “possibile possibilità” di poterlo realizzare.Và comunque spiegato ai lettori quali siano le vere finalità per cui certi esperimenti  vengono effettuati, ed in questo caso non la creazione di una porta spazio temporale, perché al CERN di Ginevra non si aprirà nessuna porta.Large Hadron Collider è essenzialmente un cannone ad anello dove un proiettile di protoni viene sparato contro un bersaglio di protoni, lo scontro avviene a livello sub atomico tra quark e gluoni e dovrebbe generare energia quantificabile in una massa: il bosone di Higgs.Per ciò che riguarda quindi la teoria di Igor Volovich e Aref’eva, niente c’è di più sbagliato, ovvero anche nel campo delle ipotesi: che si aprano dei Wormhole nel corso dell’esperimento al CERN.I due signori sanno benissimo o forse realmente non lo sanno, che dallo scontro quark – gluoni, tutte e due le ipotesi, sia di incremento che di  diminuizione degli elementi sub-atomici sono una condizione imprescindibile dall’esperimento stesso, ovvero una reazione causa-effetto non imputabile ad un wormhole che sposta in caso negativo materia nel passato ed in caso positivo dal futuro, come spiegazione è la più semplice, la più scontata  ed anche la più difendibile, visto che non potremo avere prove di dove, o in che forma, sia andata a finire la materia dello scontro.Volovich e Aref’eva, inoltre dovrebbero sapere che qualsiasi scontro di materia provoca energia e come conseguenza una deformazione spazio-temporale, a tutti i livelli della fisica, quantistica compresa; questo tipo di fenomeno, deformazioni spazio – tempo, soprattutto a livello astronomico è cosa nota, nei sottoscala dell’università La Sapienza di Roma, all’ IFN già da 5 o 6 anni stanno studiando queste deformazioni, non so a che risultati siano giunti attualmente, ma sicuramente saranno dei dati scientifici, e non mere ed amene teorie, pertanto, mi sento anche di rassicurare gli studiosi: Walter Wagner e Luis Sancho, dall’esperimento Lhc al CERN non uscirà nessun buco nero in grado di mangiarsi la terra,  Lhc in effetti serve solo a concentrare un fenomeno molto comune nell’universo intero e renderlo fisicamente studiabile sulla terra.Per ciò che riguarda la teoria dei Wormhole è forse bene chiarire il concetto: il fenomeno presunto è l’estremizzazione concettuale di una condizione fisica osservata in astronomia, ovvero una sorta di affossamento con una conseguente piegatura spazio temporale sui piani astronomici dei corpi celesti, soprattutto in prossimità di supermasse, ovvero una sorta di imbuto esteso sul piano astronomico osservato, ma in realtà esteso su tutti gli assi, con a centro una supermassa, ne consegue che un qualsiasi corpo, luce compresa, perché il fotone ha una massa, una volta superato il cosiddetto: orizzonte degli eventi, viene attratto irrimediabilmente verso la massa maggiore, Cavendisch sperimentò prima di Newton questa condizione, ne consegue che l’ “imbuto” proiettandosi su tutti gli assi spaziali, negativi compresi, non porta da nessuna parte se non al centro, quindi, la possibilità che si apra una sorta di stargate è nulla.Queste ed altre anticipazioni di esperimenti scientifici i cui risultati si conosceranno solo nel 2018 sono già stati resi noti sul mio sito,  www.ecolaboratorio.it.Cordiali saluti.L.M.Leon.