Un'isola di rifiuti nel Pacifico
Inserito da scienzetv il Lun, 29/10/2007 - 18:59
WASHINGTON, Stati Uniti -- Dall'alto potrebbe assomigliare ad una
gigantesca isola. Ma nessuno può approdarvi e scendervi. In realtà si
tratta di una gigantesca concentrazione di spazzatura che arriva
soprattutto dagli Stati Uniti e che per una serie di correnti a spirale
si concentra in un’area remota dell'Oceano Pacifico.
Si estende su un diametro di circa 2500 chilometri ed è un
concentrato senza uguali di spazzatura, dove per l'80 per cento è
plastica. Il fenomeno, poco conosciuto, è noto come Pacific Trash
Vortex e stando ad un rilevamento realizzato in queste ultime settimane
sembra aver assunto dimensioni mai raggiunte da quando negli Anni
Cinquanta, il fenomeno iniziò a manifestarsi.
Chris Parry del California Coastal Commission di San Francisco (Usa) è
colui che ha guidato il recente sopralluogo: "Arrivando nell’area si
osserva all’orizzonte qualcosa che assomiglia ad un’isola. Non è un
miraggio, né una vera isola, ma un condensato tale di spazzatura che se
la si pesasse raggiungerebbe i 3,5 tonnellate di peso".
La discarica interessa i primi 30 metri di mare e sta facendo piazza
pulita di ogni forma di vita. Spesso una parte di tutto ciò, nel
roteare continuo, finisce anche sulle spiagge delle Isole Hawaii dove
si arena dando origine a depositi di plastica e altro spessi anche
alcuni metri.
Il materiale che viene per lo più rilasciato in mare dagli Stati Uniti
finisce in quell’area dell’Oceano Pacifico in seguito alla presenza
della North Pacific Subtropical Gyre, una lenta corrente oceanica che
si muove in senso orario a spirale, prodotta da un sistema di correnti
ad alta pressione.
Per questa particolare situazione, l’area del Pacifico è poco o nulla
frequentata sia dai pescherecci che da altre navi e dunque il fenomeno
della discarica sfugge all’occhio dei più.
Ma quanto succede in quel remoto luogo dell’oceano è solo la punta
dell’iceberg dei problemi che produce la plastica, soprattutto quella
non biodegradabile, che contrariamente a quanto si pensa, è ancora
molto utilizzata. Essa si distrugge solo in porzioni molto piccole, ma
non nei suoi elementi primi. E i piccoli pezzetti di plastica creano un
danno maggiore alle specie marine perché più facilmente inghiottibili.