Creato da annamariamennitti il 14/02/2011

annamaria

normale

 

 

« Tu sei l'unica donna per me

Amami come si ama il mare

Post n°9 pubblicato il 28 Luglio 2011 da annamariamennitti

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Commenti al Post:
saragein1
saragein1 il 02/09/11 alle 09:37 via WEB
buon fine settimana un abbraccio ciao.
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 14/09/11 alle 09:54 via WEB
3202023203 ciao sarageni1 ti ringrazio, anche a te auguro ogni bene.ho visitato il tuo blog molto bello ciao
 
donnaappagata
donnaappagata il 27/10/11 alle 18:00 via WEB
Che piacere vederti anche qui! Un caro saluto. Dora
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 08/01/12 alle 12:24 via WEB
3202023203...Siamo davvero rinati di acqua e di Spirito santo?Per me è molto importante riuscire a capire,tante cose che prima mi erano oscure.In che modo particolare sono riuscita a capire l'importanza del Battesimo di Gesù deve avere per noi credenti.Prima credevo nella valenza del sangue versato sulla croce e di aver trascurato il significato del Battesimo di Gesù
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 08/01/12 alle 12:31 via WEB
3202023203 ...ricevuto da Giovanni Battista. Con il Battesimo si rinasce? rinascere non significa abbandonare una vita per prenderne un'altra meno peccaminosa e ne essere salvati Dobbiamo rinascere di spirito ed acqua in tal modo ricevere la remissione dei peccati e sentirsi figli di Dio...e chi non nasce non diventa figlio di Dio
 
fabpat72
fabpat72 il 27/01/12 alle 00:00 via WEB
una passaggio al volo.. buona notte , ciaoo ^__^
 
fabpat72
fabpat72 il 12/02/12 alle 08:50 via WEB
grazie per le visite , buona domenica , ciaoo ^__^
 
fabpat72
fabpat72 il 08/03/12 alle 17:11 via WEB
D come: donna,delicatezza,dolcezza,dedizione,dono,il più bel dono che la vita dà ad un uomo... buona giornata ^__^ ciaoo
 
fabpat72
fabpat72 il 19/03/12 alle 22:24 via WEB
Auguri a tutti i papà del mondo, buona serata ^___^ ciaooo
 
fabpat72
fabpat72 il 22/03/12 alle 13:02 via WEB
«Forse il più grande servizio sociale che possa essere reso da chiunque al Paese e all'umanità è formarsi una famiglia» .. buona giornata ^___^ ciaooo
 
antoniobigliardi
antoniobigliardi il 12/05/13 alle 08:02 via WEB
...e se anche il buio si farà, l'oscurità risplende come il giorno, se Tu sei con me... Dolcissima Domenica :-)
 
vi_di
vi_di il 13/05/13 alle 19:27 via WEB
Gentile sig. Annamaria, Ho provato a scriverle in messaggeria ma lei non riceve messaggi da persone che non sono suoi amici, per cui mi sono vista costretta a scriverle qua. Ho ricevuto un suo messaggio in cui mi dice testualmente 'mi dispiace , ma io non alcun blog di cupido ho solo per caso letto qualcosa che poi non so proprio come io mi sia trovato nel suo blog o profilo, prima di accusare s'informi ..la ringrazio '.
La ringrazio anche io, ma francamente non capisco: io non le ho scritto né ero mai capitata sul suo blog. Se davvero le è arrivato un messaggio dal mio nick, allora vuol dire che qualcuno mi ha clonato la password e scrive a nome mio. Mi faccia sapere se è un errore suo, io nel frattempo cambio password.
 
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 13/05/13 alle 20:06 via WEB
gentilissima ,le assicure che non so cosa dirle sicuramente qualcuno si è intromesso , io come le ho spiegato che non ho il blog di cupido o altro, ho solo poesie e tante sciocchezze, e poi non mi sarei mai permessa ,.... Mi crede se le dico che non so se è stato un mio errore può darsi ,ma come faccio a saperlo? Io ora controllo facebook cercherò di rendermi conto a più tardi
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 13/05/13 alle 20:34 via WEB
gentile Signora, credo di aver trovato l'errore, ieri ho condiviso un articolo sul blog libero una nota di Andrea Baio contro Peppe Grillo , il profilo di questo signore è quasi uguale al suo sono certa che ha sbagliato il computer ora le dò il mio indirizzo di facebook così potrà rendrsi conto ...annamariamenn@live.it passaourd è melita sta proprio all'inizio del dia rio, altro non posso fare la saluto annamariamennitti
 
 
vi_di
vi_di il 13/05/13 alle 20:52 via WEB
Non volevo tanto, signora! Cancelli il commento con la sua password, c'è gente poco affidabile in giro, mi basta aver chiarito che io non c'entro. Buona sera
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 25/05/13 alle 06:21 via WEB
Sussurra l'ardore nel cuor mio, come un Rio al cercar fra le verdi sponde la via del mare.Con forte eco il tuo risponde al richiamo affannoso...con slancio armonioso.
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 31/05/13 alle 19:28 via WEB
http://digiphotostatic.libero.it/annamariamennitti/med/eb2928a834_6563913_med.jpg
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 17/06/14 alle 08:28 via WEB
Le più belle poesie d’amore di Gabriele D’annunzio Condividi14 Pin It Commenta Email Condividi Le più belle poesie d'amore di Gabriele D'annunzio In questo post desidero presentarvi le più belle poesie d’amore di Gabriele D’annunzio, poeta amato e odiato dalla critica, a volte considerato un mero ‘dilettante di sensazioni‘, personaggio controverso del novecento italiano, folle e spregiudicato, interpretò comunque l’amore come un’estasi capace di suscitate emozioni e sensazioni. Emblematico fu il rapporto che Gabriele D’Annunzio ebbe con le donne, non solo da seduttore incallito quale era, ma anche artisticamente. La seduzione nella concezione del poeta non è un esercizio da letteratura ma vita, devozione, consacrazione, che innalza la donna, rendendola unica e prescelta, al di sopra di ogni altra creatura.
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 17/06/14 alle 08:31 via WEB
più belle poesie d'amore di Gabriele D'annunzio In questo post desidero presentarvi le più belle poesie d’amore di Gabriele D’annunzio, poeta amato e odiato dalla critica, a volte considerato un mero ‘dilettante di sensazioni‘, personaggio controverso del novecento italiano, folle e spregiudicato, interpretò comunque l’amore come un’estasi capace di suscitate emozioni e sensazioni. Emblematico fu il rapporto che Gabriele D’Annunzio ebbe con le donne, non solo da seduttore incallito quale era, ma anche artisticamente. La seduzione nella concezione del poeta non è un esercizio da letteratura ma vita, devozione, consacrazione, che innalza la donna, rendendola unica e prescelta, al di sopra di ogni altra creatura.
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 19/07/14 alle 12:05 via WEB
Considerando che il sito è di eccezionale valore. Si tratta di una delle più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza dei suoi edifici storici caratterizzanti epoche diverse conferiscono al sito un valore universale senza uguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell'Europa e al di là dei confini di questa. »
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 21/07/14 alle 00:49 via WEB
Via Caracciolo è una parte del lungomare di Napoli, quello che si estende da Mergellina fino a Santa Lucia, ma per i Napoletani è il Lungomare oppure A’ Caracciolo, meta obbligata della passeggiata domenicale, prima del grande pranzo con la famiglia. Il nome della strada celebra l’ammiraglio napoletano della Reale Flotta borbonica Francesco Caracciolo. Divenuto sostenitore della rivoluzione del 1799, fu giustiziato nello stesso anno durante la repressione che seguì la restaurazione Borbonica. La passeggiata al lungomare è un rito ripetuto spesso da tutti i napoletani e consigliato ai numerosi turisti: all’inizio del lungomare, al largo Sermoneta , possiamo ammirare la seicentesca fontana del Sebeto e proseguendo per via Caracciolo vediamo il porticciolo di Mergellina, con l’attracco degli aliscafi per le isole del golfo, le tante imbarcazioni turistiche ed i pescatori che vendono il pesce sui marciapiedi o direttamente dalle barche. Più avanti possiamo ammirare gli eleganti edifici che si affacciano direttamente sul golfo e poi i giardini e gli alberi della Villa Comunale, con la cassa armonica, le fontane e l’acquario Dohrn, il più antico d’Europa.
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 21/07/14 alle 00:58 via WEB
La nuova piazza tuttavia fu concepita esclusivamente per gestire il crescente traffico automobilistico e fu occupata al centro dalla cosiddetta proboscide che partiva dalla copertura della stazione: una grande pensilina per accogliere lo stazionamento degli autobus, demolita alla fine dell'anno 2000.
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 21/07/14 alle 01:01 via WEB
Via Caracciolo è una parte del lungomare di Napoli, quello che si estende da Mergellina fino a Santa Lucia, ma per i Napoletani è il Lungomare oppure A’ Caracciolo, meta obbligata della passeggiata domenicale, prima del grande pranzo con la famiglia. Il nome della strada celebra l’ammiraglio napoletano della Reale Flotta borbonica Francesco Caracciolo. Divenuto sostenitore della rivoluzione del 1799, fu giustiziato nello stesso anno durante la repressione che seguì la restaurazione Borbonica. La passeggiata al lungomare è un rito ripetuto spesso da tutti i napoletani e consigliato ai numerosi turisti: all’inizio del lungomare, al largo Sermoneta , possiamo ammirare la seicentesca fontana del Sebeto e proseguendo per via Caracciolo vediamo il porticciolo di Mergellina, con l’attracco degli aliscafi per le isole del golfo, le tante imbarcazioni turistiche ed i pescatori che vendono il pesce sui marciapiedi o direttamente dalle barche. Più avanti possiamo ammirare gli eleganti edifici che si affacciano direttamente sul golfo e poi i giardini e gli alberi della Villa Comunale, con la cassa armonica, le fontane e l’acquario Dohrn, il più antico d’Europa.
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 21/07/14 alle 01:17 via WEB
Napoli: la statua di Garibaldi che non trova pace Non trova pace la statua di Garibaldi a Napoli, restaurata nel 150esimo dell'Unità. Nella notte tra giovedì e venerdi ignoti hanno versato della vernice rossa
 
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annamariamennitti il 21/07/14 alle 11:34 via WEB
I quartieri spagnoli sono parte storica della città di Napoli costituiti a loro volta dai quartieri di Montecalvario ed Avvocata...Nonostante la nomea che il quartiere si porta dietro da diversi anni, esso costituisce comunque un nucleo di rilevanza storico artistica di primo ordine della città di Napoli, offrendo anche diversi spunti della cultura popolare e dello stile di vita napoletano, come per esempio la presenza di piccole botteghe artigianali, oppure dei "bassi napoletani", o ancora di piccoli e bui vicoli caratterizzati da alte scalinate e da panni stesi lungo le strade.
 
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annamariamennitti il 22/07/14 alle 17:54 via WEB
Alla fine del 1606, Caravaggio giunse a Napoli, nei Quartieri Spagnoli, dove rimase per circa un anno. La fama del pittore era ben nota a tutti nella città. I Colonna lo raccomandarono ad un ramo collaterale della famiglia residente a Napoli: i Carafa-Colonna. Qui il Merisi visse un periodo felice e prolifico per quanto riguarda le commissioni. Furono infatti eseguiti: la Giuditta che decapita Oloferne (1607), scomparsa e di cui forse esiste una copia coeva facente parte delle collezioni del banco di Napoli; la Sacra famiglia con san Giovanni Battista (1607), appartenente alla collezione privata Clara-Otello Silva a Caracas; una prima versione della Flagellazione di Cristo (1607), conservata presso il musée des
 
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annamariamennitti il 23/07/14 alle 22:15 via WEB
La zona su cui sorge la Galleria era già intensamente urbanizzata nel XVI secolo ed era caratterizzata da un groviglio di strade parallele raccordate da brevi vicoli, che da via Toledo sboccavano di fronte a Castel Nuovo. Questi vicoli godevano di cattiva fama in quanto vi si trovavano taverne (famigerata era la taverna della Cagliantese o Cagliantesa) case di malaffare e vi si
 
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annamariamennitti il 24/07/14 alle 18:35 via WEB
Il Museo nazionale di Capodimonte (o Gallerie nazionali di Capodimonte) è uno storico museo di Napoli, sito all'interno dell'omonimo bosco, nella reggia di Capodimonte, una delle dimore storiche della casa reale dei Borbone
 
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annamariamennitti il 24/07/14 alle 18:41 via WEB
La Reggia è circondata da giardini ben curati e ricchi di piante. Nel complesso museale sono presenti anche una casa di caccia, un museo delle ceramiche e la chiesa di San Gennaro. L'edificio, inoltre, vede una facciata principale che manca dei simboli che caratterizzano le sedi del potere, come un portale centrale e un balcone d'onore. Semplici e funzionali sono lo scalone e i balconi del primo piano. Da ciò si può capire come l'edificio fosse destinato unicamente ad esser un solenne raccoglitore dell'eredità farnesiana.
 
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annamariamennitti il 24/07/14 alle 18:44 via WEB
All'interno sono ospitate le Gallerie nazionali di Capodimonte, la più importante e ricca dell'Italia meridionale, nonché una delle più importanti d'Italia. Le gallerie custodiscono la straordinaria collezione Farnese, che Carlo di Borbone aveva ereditato dalla madre Elisabetta, con opere dei più grandi maestri italiani dal rinascimento al barocco; la collezione Borgia; e poi agli ultimi piani la raccolta della storia della pittura napoletana, con la galleria napoletana (al secondo piano) e la galleria ottocento (al terzo piano). Tra i pittori più rilevanti presenti nel museo si ricordano: Botticelli, Pieter Bruegel il Vecchio, i Carracci, Correggio, El Greco, Francisco Goya, Francesco Hayez, Lorenzo Lotto, Mantegna, Masaccio, Parmigianino, Raffaello, Guido Reni, Tiziano ed altri. Tra i principali autori strettamente legati alla città o di scuola napoletana si ricordano invece: Battistello Caracciolo, Caravaggio,
 
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annamariamennitti il 26/07/14 alle 11:42 via WEB
Per definire il vero carattere del napoletano si ricorre al loro carattere pittoresco e il loro immagnifico temperamentoNei quartieri popolari si svolge il più promettente del teatro improvvisato finoag arricchire la scola del realismo per capire il carattere bisogna prima di tutto capire l'indole La prima cosa che al napoletano turba è il suo datore di lavoro e per raggiungere il suo posto di lavoro gli causa stress continua
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 26/07/14 alle 12:13 via WEB
Se ad un incrocio vi è una coda di auto ferma, perché un vigile sta tentando di disciplinare lalternanza del flusso, immediatamente vi sarà il furbo di turno che, sorpassando la fila, andrà ad occupare la prima posizione. Tale situazione è abbastanza comune da quelle parti, tanto da poter essere considerata un attrattiva turistica. Essa per non spinge il tutore della legge ad intervenire con una salatissima contravvenzione, che, oltre al danno economico, procurerebbe una perdita di tempo, costituendo così un sicuro ed ottimo deterrente per la perenne sterile fretta del napoletano. Il tutore della legge, partenopeo anchesso, permette all'automobilista scorretto di passare per primo pur di non bloccare il restante flusso di auto
 
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annamariamennitti il 28/07/14 alle 12:39 via WEB
Nell'estate del 79 d.C. (primo anno di regno dell'imperatore Tito, cfr. Cassio Dione V) Pompei fu sommersa da una pioggia di cenere e lapilli (e non lava, come spesso viene riportato) che, salvo un intervallo di alcune ore, cadde ininterrotta fino a formare uno strato di oltre tre metri
 
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annamariamennitti il 28/07/14 alle 12:45 via WEB
L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. è il principale evento eruttivo verificatosi sul Vesuvio in epoca storica. L'eruzione, che ha profondamente modificato la morfologia del vulcano, ha provocato la distruzione delle città di Ercolano e Pompei, le cui rovine, rimaste sepolte sotto strati di pomici, sono state riportate alla luce a partire dal XVIII secolo.
 
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annamariamennitti il 28/07/14 alle 12:49 via WEB
La testimonianza più rilevante su ciò che accadde in quei giorni è data da Plinio il Giovane, che si trovava in quei giorni a Miseno con la sua famiglia. Trentanni dopo descrisse l'evento all'amico Tacito: « Si elevava una nube, ma chi guardava da lontano non riusciva a precisare da quale montagna [si seppe poi che era il Vesuvio]: nessun'altra pianta meglio del pino ne potrebbe riprodurre la forma. Infatti slanciatosi in su in modo da suggerire l'idea di un altissimo tronco, si allargava poi in quelli che si potrebbero chiamare dei rami. »
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 28/07/14 alle 13:02 via WEB
Con l'espressione nube ardente si fa riferimento ad uno dei più pericolosi e distruttivi fenomeni che si possono verificare durante un'eruzione vulcanica. Anche conosciuta come colata piroclastica, la nube ardente è un flusso di gas e materiale magmatico, con temperatura tra i 500 e i 1200 °C, che scende dai fianchi di un vulcano ad altissima velocità, addirittura fino a 300 km/h. Una delle più famose nubi ardenti della storia fu quella che nel 79 d.C. distrusse Ercolano. Infatti mentre Pompei e Stabia furono sommerse da una pioggia di cenere e lapilli già durante le prime fasi dell'eruzione del Vesuvio, Ercolano per almeno dodici ore fu risparmiata. Poi, il collasso della colonna eruttiva, diresse la nube ardente sul versante di Ercolano, condannando la città ad una fine tanto improvvisa quanto infernale. La nube trascinò con se fango e lava e in un batter d'occhio seppellì la città sotto una dura coltre spessa oltre 15 metri.
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 29/07/14 alle 19:30 via WEB
Città di Pompei annamariamennitti annamariamennitti il 28/07/14 alle 12:39 via WEB Nell'estate del 79 d.C. (primo anno di regno dell'imperatore Tito, cfr. Cassio Dione V) Pompei fu sommersa da una pioggia di cenere e lapilli (e non lava, come spesso viene riportato) che, salvo un intervallo di alcune ore, cadde ininterrotta fino a formare uno strato di oltre tre metri
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 29/07/14 alle 19:32 via WEB
L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. è il principale evento eruttivo verificatosi sul Vesuvio in epoca storica. L'eruzione, che ha profondamente modificato la morfologia del vulcano, ha provocato la distruzione delle città di Ercolano e Pompei, le cui rovine, rimaste sepolte sotto strati di pomici, sono state riportate alla luce a partire dal XVIII secolo.
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 03/08/14 alle 12:28 via WEB
Forcella (in napoletano Furcella) è una zona di Napoli del centro storico situata in una zona centrale della città, tra i quartieri Pendino e San Lorenzo a ridosso di via Duomo e tra Spaccanapoli e il corso Umberto I. Il nome è dovuto al suo caratteristico bivio ad ipsilon (Y) che ricorda le fattezze di una forcella.
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 03/08/14 alle 12:34 via WEB
Forcella è lo scenario del primo episodio di Ieri, oggi, domani di Vittorio De Sica, in cui Adelina (Sophia Loren) per evitare la prigione per spaccio di sigarette di contrabbando continua a farsi mettere incinta dal marito (Marcello Mastroianni). Il film si ispirò ad un fatto realmente accaduto che fu oggetto di un'interrogazione parlamentare. A Forcella sono anche situati il teatro e la pizzeria Trianon. Di fronte al teatro si trova anche l'antichissimo Cippo a Forcella, pietre un tempo facenti parte della porta muraria di Neapolis, da cui l'espressione napoletana "Sta' cosa s'arricorda o' Cipp' a Furcella", per dire che è una cosa molto vecchia.
 
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annamariamennitti il 04/08/14 alle 11:24 via WEB
LA CANTATA DEI PASTORI - CANZONE DI RAZZULLO Quann'io nascette ninno 'a cuorpo a mamma, a Napule nascette muorto 'e famma. E muorto 'e famma nun appena nato, mammella mia dicette :"E' nato un'altro sventurato". E arravugliato rint'a 'na mappina me 'nfasciaje, e dint'a nu spurtone 'sta nuvena me cantaie : Nuvena, nuvena,mammella era prena appriesso a 'nu figlio già n'ato ne vene. Facette 'o primmo e nascette cecato mò cerc' 'a lemmosena pe 'mmiez' 'e strate.
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 04/08/14 alle 11:54 via WEB
Quando io nacqui bambinello dal corpo di mamma, a Napoli nacque un morto di fame. E morto di fame appena nato, la mia mamma disse: “E’ nato un altro sventurato”. Attorcigliato dentro uno straccio mi fasciò E dentro una grande sporta questa novena mi cantò: la mamma era già incinta.....
 
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annamariamennitti il 04/08/14 alle 12:01 via WEB
LA CANTATA DEI PASTORI - CANZONE DI RAZZULLO Quann'io nascette ninno 'a cuorpo a mamma, a Napule nascette muorto 'e famma. E muorto 'e famma nun appena nato, mammella mia dicette :"E' nato un'altro sventurato". E arravugliato rint'a 'na mappina me 'nfasciaje, e dint'a nu spurtone 'sta nuvena me cantaie : Nuvena, nuvena,mammella era prena appriesso a 'nu figlio già n'ato ne vene. Facette 'o primmo e nascette cecato mò cerc' 'a lemmosena pe 'mmiez' 'e strate. Rispondi annamariamennitti annamariamennitti il 04/08/14 alle 11:54 via WEB Quando io nacqui bambinello dal corpo di mamma, a Napoli nacque un morto di fame. E morto di fame appena nato, la mia mamma disse: “E’ nato un altro sventurato”. Attorcigliato dentro uno straccio mi fasciò E dentro una grande sporta questa novena mi cantò: la mamma era già incinta..... Rispondi
 
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annamariamennitti il 08/08/14 alle 11:37 via WEB
'amore ancestrale è difficile saperlo,ma la nostra fantasia vaga forse ...l'abbiamo eredito come? ,mediante l'incorporazione dell'anima e, perchè mai? Dove finisce ? forse si ricomincia il ciclo SOno tante le ipotesi non lo sapremo mai....Di una cosa siamo sicuri l'amore ancestrale è quello che rimane in un angolo del cuore ,che ti fa felice e certe volte ti distrugge , ti terrorizza al solo pensiero di perderlo ciao Dino
 
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annamariamennitti il 10/08/14 alle 18:42 via WEB
La Cattedrale restaurata e la processione dell’Iconavetere In occasione dei tre giorni (13, 14 e 15 agosto), durante i quali nella città di Foggia è in atto la festa patronale in onore della Madonna dei Sette Veli, è stata finalmente riaperta al pubblico la Cattedrale di questa città, dedicata alla sua patrona, che si chiuse nell’anno 2005 allorquando caddero dall’alto dei calcinacci durante una celebrazione eucaristica.
 
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annamariamennitti il 13/08/14 alle 18:14 via WEB
La chiesa della Beata Maria Vergine Assunta in Cielo o chiesa della Santa Maria di Foggia più comunemente chiamata cattedrale di Foggia è stata costruita nel 1170 in forme romanico-pugliesi, con influenze pisane soprattutto al primo ordine di archi ciechi decorati con losanghe, è stata danneggiata e successivamente restaurata in stile prettamente barocco dopo il terremoto del 1731. La cattedrale di Foggia è strettamente collegata al ritrovamento dell'Iconavetere, una tavola che rappresenta una rarissima Vergine Kiriotissa, la cui storia si fonda con quella della nascita della città. Secondo la tradizione l'immagine, avvolta da sette veli (da cui deriva il nome della Madonna dei Sette Veli), è stata ritrovata nel 1062 (altre fonti riportano il 1073) da un pastore, in un pantano, l'attuale piazza del Lago a Foggia. Già collegiata di Santa Maria, la cattedrale è stata eretta nel XII secolo e più volte modificata, conserva all'esterno buona parte dei raffinati prospetti romanici in pietra squadrata e scolpita, col prezioso cornicione popolato di sculture raffinata opera dell' architetto-scultore Bartolomeo da Foggia e, sul fianco sinistro, il ricco Portale di san Martino. Medievale è anche la suggestiva cripta, con notevoli capitelli sempre opera di Bartolomeo da Foggia. In età barocca il tempio fu ristrutturato globalmente, all'esterno mutando la parte superiore dei prospetti e innalzando il raffinato campanile lapideo con coronamento a guglia, e all'interno riplasmando in discreto stile rococò l'impianto architettonico,
 
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annamariamennitti il 14/08/14 alle 14:18 via WEB
LA FORMA DEL GUSTO Scagliozzi di Polenta: lo Street Food Foggiano 15/04/2014 GIANNI FERRAMOSCA ARTICOLO 0 COMMENTI + font - font 103 2 0 0 0 inShare 0 -- Email to a friend -- Made with FLARE More Info 105 FLARES Al grido di “Fortunato tene a’rrobba bella” in passato si annunciava la vendita del cibo di strada lungo i marciapiedi affollati delle città meridionali. Ora che questa voce non risuona più tra i palazzi delle nostre città, queste prelibatezze hanno degli indirizzi precisi, tanto che i piccoli forni, friggitorie, macellerie, sono divenuti in breve tempo dei veri e propri luoghi di culto per veri appassionati della più genuina identità gastronomica locale. Succede che a Foggia, la città del Tavoliere delle Puglie immersa in una distesa di grano che ne delimita l’orizzonte, lo street food più comune e desiderato dai suoi abitanti sia invece la polenta sotto forma di scagliozzi, ovvero, delle tesserine triangolari di polenta fritte, le quali fanno di questa città la più “polentona” del Sud Italia, senza che la stessa, per questo motivo, assuma un atteggiamento snob. La tradizione, come è facile immaginare, affonda le sue radici nella pratica del riutilizzo, del non spreco, cosi come si è sempre fatto prima degli anni sessanta dello secolo scorso. La polenta, una volta avanzata, proprio perché ormai dura, veniva tagliata a pezzi e fritta, una volta pronta bastava aggiungere semplicemente del sale. Nel solco del tradizionale atteggiamento minimalista che distingue la città in fatto di cucina (qui difatti i prodotti sono sempre freschi e di stagione, quindi bastano veloci e semplici cotture per realizzare qualsiasi tipo piatto), la preparazione degli scagliozzi appare molto semplice, composta com’è da solo quattro ingredienti: Acqua, farina di granoturco, olio di semi, sale. Tuttavia non mancano i segreti che ho rubato per voi in una delle friggitorie più famose della città. La farina di granoturco deve essere assolutamente quella tradizionale è mai del tipo “precotto”, sarebbe poi impossibile friggerla in maniera adeguata. La polenta va preparata la mattina precedente al momento in cui si intende friggerla, quindi va lasciata riposare dandogli una forma versandola in un apposito contenitore. Durante il pomeriggio, dopo averla tagliata a mattoncini, viene esposta ad un ventilatore, il quale permetterà alla polenta di creare una pellicola lucida sulle pareti esterne, eliminando cosi la parte in eccesso di acqua contenuta nella polenta. La notte precedente alla frittura, questi mattoncini vengono posti in frigo ventilato, per favorire ulteriormente la perdita di acqua in eccesso. Solo la mattina successiva la polenta sarà pronta per una frittura croccante e perfetta. La polenta, una volta tagliata a fettine triangolari molto regolari, può essere fritta adagiandola delicatamente in olio di semi bollente. Sarà pronta in appena tre minuti. Non vi resta che gustarli ancora molto caldi portandoli via nel singolare cartoccio. Adesso... "Arravùgghje e camìne!!!" (incarta e cammina!!!). Tags: farina di granoturco / cibo di strada / Fritto / Street Food / Foggia / Gianni Ferramosca / polenta / Scagliozzi / 103 2 0 0 0 inShare 0 -- Email to a friend -- Made with FLARE More Info 105 FLARES commenta questo articolo Gianni Ferramosca 07/05/2014 L'antica città di ALTILIA: La Grande Bellezza lungo il Tratturo L'antica città di ALTILIA: La Grande Bellezza lungo il Tratturo 30/04/2014 ANDAR PER (VERI) AGRITURISMI: ANDAR PER (VERI) AGRITURISMI: "IL GRIFONE" A GUARDIAREGIA (CB) 28/04/2014 Fave e Cacioricotta: Il buon cibo dei Pastori Garganici Fave e Cacioricotta: Il buon cibo dei Pastori Garganici 28/04/2014 TRADIZIONE ITALIANA: L'antico negozio della famiglia Borrillo TRADIZIONE ITALIANA: L'antico negozio della famiglia Borrillo 18/04/2014 LA VIA DELLE ERBE: I Cardoncelli Selvatici LA VIA DELLE ERBE: I Cardoncelli Selvatici 14/04/2014 Il confetto MUCCI compie 120 anni Il confetto MUCCI compie 120 anni 18/03/2014 UNA CAPITANATA DA UNA CAPITANATA DA "OSCAR" 27/02/2014 PEPPE ZULLO, UNA NORMALE PASSIONE PER IL BUONO PEPPE ZULLO, UNA NORMALE PASSIONE PER IL BUONO 24/02/2014 "AL LEONARDO" TUTTA LA PASSIONE IN PICCOLO BISTROT 16/01/2014 PANE E SALUTE forno a paglia dal 1526 PANE E SALUTE forno a paglia dal 1526 Last "La Forma del Gusto" 07/05/2014 GIANNI FERRAMOSCA L'antica città di ALTILIA: La Grande Bellezza lungo il Tratturo L'antica città di ALTILIA: La Grande Bellezza lungo il Tratturo 30/04/2014 GIANNI FERRAMOSCA ANDAR PER (VERI) AGRITURISMI: ANDAR PER (VERI) AGRITURISMI: "IL GRIFONE" A GUARDIAREGIA (CB) 28/04/2014 GIANNI FERRAMOSCA Fave e Cacioricotta: Il buon cibo dei Pastori Garganici Fave e Cacioricotta: Il buon cibo dei Pastori Garganici 28/04/2014 GIANNI FERRAMOSCA TRADIZIONE ITALIANA: L'antico negozio della famiglia Borrillo TRADIZIONE ITALIANA: L'antico negozio della famiglia Borrillo 18/04/2014 GIANNI FERRAMOSCA LA VIA nginx/1.4.6
 
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annamariamennitti il 18/08/14 alle 21:29 via WEB
Per decisione del Vicerè di Napoli, don Pietro di Toledo, lungo le coste dell’ Italia Meridionale, a difesa del territorio, furono edificate una serie di piccole fortificazioni e torri di avvistamento. I siti venivano individuati in base al frastagliamento della linea di costa, alla distanza tra le torri, alla reciproca visibilità ed alla possibilità di comunicazione: a vista, acusticamente o con messaggeri a cavallo. La presenza di un tale sistema diventava utile soprattutto per prevenire e contrastare le scorribande dei Saraceni. Nel tratto di costa, molto frastagliato, compreso tra Vieste e Peschici a causa della limitata visibilità le torri si infittiscono ed abbiamo Torre del Porticello (1568), Torre di Sfinale (1573), Torre Usmai (1576) e Torre di Calalunga (1568). Questo tratto di costa è caratterizzato anche dalla presenza dei TRABUCCHI, poderose macchine da pesca protese sul mare. Secondo alcuni storici locali si pensa che l’ origine di questi antichi strumenti di lavoro risalirebbe al tempo dei Fenici. Questo importante sistema di pesca, ancora in uso sul nostro territorio, venne realizzato in zone dove il mare presentava una profondità di almeno cinque metri, un fondale sabbioso, orientato in direzione sud-est o nord-ovest ed in corrispondenza della confluenza di correnti marine, zone notoriamente ricche di pesci. Grazie all’ impegno dell’ “Associazione Trabucchi del Gargano” e del Parco Nazionale del Gargano ai Trabucchi è stato riconosciuto lo status di “tesori e beni dell’ area costiera”. -
 
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annamariamennitti il 18/08/14 alle 22:15 via WEB
il foggiano ama ringraziare la Santa Vergine nella sua dimora, la Cattedrale. Purtroppo non è consentito farlo: da anni, da quel lontano 2005 che la “Chiesa Madre” è chiusa, barricata per lavori in corso. Tutta colpa dei soldi che mancano e che nessuno riesce a portare a Foggia. Certo, la classe politica potrebbe dar una mano, ma altri impegni riempiono le “egregie e isolate” teste dei nostri “montecitorini”. Con loro, giacché fanno scuola, anche i più vicini “comunali, provinciali e regionali” politicanti di Capitanata del momento (sempre gli stessi perlopiù) si lasciano andare a investimenti pubblici di maggior rilievo e, vista la situazione, poco vantaggiosi per la collettività. Forse hanno la testa già sulla tavola imbandita col “galluccio”? Nel frattempo quel “galluccio” che lo aspetta a tavola, credo che sarà scotto e rivolto a zampe in giù. E sì, il “galluccio dei 15 d’agosto”, una tradizione legata al mondo agricolo, simbolo del grano perché il gallo si nutre di questo e il suo sacrificio permette la rinascita successiva del cerale raccolto. Un cereale che oggi non costa più nulla ma il suo derivato, il pane o la pasta, pesa sull’economia di ogni lavoratore costretto a svendersi anche la terra che gli dava sostentamento. E il caso di dirlo “Chi magne gallucce e chi gnotte velene” (Chi mangia gallucci e chi inghiotte veleno), la frase tipica del terrazzano che, non avendo terreni da coltivare, non aveva possibilità di festeggiare con il gallo la festa del 15 d’agosto.
 
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annamariamennitti il 18/08/14 alle 22:29 via WEB
l foggiano ama ringraziare la Santa Vergine nella sua dimora, la Cattedrale. Purtroppo non è consentito farlo: da anni, da quel lontano 2005 che la “Chiesa Madre” è chiusa, barricata per lavori in corso. Tutta colpa dei soldi che mancano e che nessuno riesce a portare a Foggia. Certo, la classe politica potrebbe dar una mano, ma altri impegni riempiono le “egregie e isolate” teste dei nostri “montecitorini”. Con loro, giacché fanno scuola, anche i più vicini “comunali, provinciali e regionali” politicanti di Capitanata del momento (sempre gli stessi perlopiù) si lasciano andare a investimenti pubblici di maggior rilievo e, vista la situazione, poco vantaggiosi per la collettività. Forse hanno la testa già sulla tavola imbandita col “galluccio”? Nel frattempo quel “galluccio” che lo aspetta a tavola, credo che sarà scotto e rivolto a zampe in giù. E sì, il “galluccio dei 15 d’agosto”, una tradizione legata al mondo agricolo, simbolo del grano perché il gallo si nutre di questo e il suo sacrificio permette la rinascita successiva del cerale raccolto. Un cereale che oggi non costa più nulla ma il suo derivato, il pane o la pasta, pesa sull’economia di ogni lavoratore costretto a svendersi anche la terra che gli dava sostentamento. E il caso di dirlo “Chi magne gallucce e chi gnotte velene” (Chi mangia gallucci e chi inghiotte veleno), la frase tipica del terrazzano che, non avendo terreni da coltivare, non aveva possibilità di festeggiare con il gallo la festa del 15 d’agosto. Rispondi
 
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annamariamennitti il 22/08/14 alle 04:49 via WEB
L’incostante bellezza del rione Sanità: palazzo Sanfelice e palazzo dello Spagnolo
 
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annamariamennitti il 22/08/14 alle 04:52 via WEB
Tra il 1724 e il 1726 l’architetto Sanfelice costruì un palazzo per la propria famiglia nel rione della Sanità, famoso per l’aria salubre. In effetti l’edificio consta di due corpi distinti, uniti dalla facciata principale sulla quale due ingressi si aprono in via Arena alla Sanità, n. 2 e n. 6. Tra le due coppie di sirene che sorreggono i balconi del primo piano ci sono iscrizioni di Matteo Egizio che decantano l’opera del Sanfelice. I palazzi sono molto diversi all’interno. Uno ha un cortile a pianta ottagonale dal quale parte una scalinata a doppia rampa. Purtroppo questo corpo ha subito antiestetici rimaneggiamenti che fanno piangere il cuore. L’altro cortile è molto più ampio, e da qui parte una grande scala ad ali di falco con cinque arcate per piano che ricorda un po’ lo splendido palazzo dello Spagnuolo, che fa tutto un altro effetto. La scala prende luce anche dal giardino retrostante. Si sa che all’interno del palazzo c’erano affreschi di Francesco Solimena e nella cappella privata le quattro statue delle stagioni, andate perdute, attribuite alla scuola di Giuseppe Sanmartino.
 
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annamariamennitti il 23/08/14 alle 14:24 via WEB
Narratore: Tarantella, tarantella tarantella di Pulcinella. Pulcinella era povero in canna e viveva in una capanna senza porta e senza tetto e la paglia era il suo letto. In quel letto poi dormivano in tanti: Pulcinella, sua moglie, i loro bambini, perfino il gatto! Pulcinella stava così stretto e scomodo che non riusciva a dormire, e spesso di notte andava in riva al mare e provava a pescare qualche pesce... Pulcinella:“Eh, sì, ma non prendo mai neanche un pesciolino, son senza fortuna!” Moglie di Pulcinella: “Senza fortuna e senza cervello!! Sono tre giorni che non mangiamo e tu balli la tarantella... Se questa notte non mi porti un pesce, per te saranno botte!” Narratore: Giunge la notte, non c'è la luna forse stavolta avrà più fortuna. Sente uno stratto: e in quel momento appare dal mare un pesce d'argento: con questo pesce, se non m'inganno, mangeranno per tutto un anno!
 
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annamariamennitti il 23/08/14 alle 14:30 via WEB
I napoletani sono dei sognatori basta leggere il brano fantastico di Pulcinella la maschera di Napoli e avrete l'idea
 
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annamariamennitti il 23/08/14 alle 20:50 via WEB
La storia inizia nel 1700 e vede una Napoli devastata dalla fame con la popolazione sempre più disperata e depressa. Tra questa gente ogni giorno passa il giovane Totò Sapore, un allegro e spensierato cantastorie senza il becco di un quattrino che, con chitarra e tamburo canta nei vicoli e nelle piazze della città e allieta gli animi della povera gente, che ogni giorno aspetta con impazienza lo spettacolino dell'esuberante ragazzo. Ma un giorno la vita di Totò cambia, accade quando Plcinella gli dona quattro pentole magiche:
 
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annamariamennitti il 23/08/14 alle 20:52 via WEB
Le pentole magiche hanno la capacità di trasformare qualsiasi cosa, anche una scarpa vecchia, in un cibo goloso e squisito. Grazie a queste pentole Totò realizza il suo sogno: diventare il più grande cuoco di Napoli. Ed è a questo punto che la storia diventerebbe noiosa se non entrassero in scena i Cattivi.
 
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annamariamennitti il 23/08/14 alle 20:55 via WEB
'unica pecca che gli si può imputare è che per essere un film d'animazione italiano (bellissimo, alla faccia dei giapponesi), è un è pò troppo napoletanizzato e può risultare un pò difficoltoso per i bambini che non sono di Napoli. Tuttavia credo che questo sia stato necessario altrimenti la storia, ambientata tra i vicoli di Napoli, non avrebbe avuto molto senso. Inoltre i risultati parlano chiaro, Totò Sapore è stato apprezzato in tutta Italia, indifferentemente dal modo di esprimersi che i personaggi utilizzano.
 
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annamariamennitti il 23/08/14 alle 20:59 via WEB
La storia inizia nel 1700 e vede una Napoli devastata dalla fame con la popolazione sempre più disperata e depressa. Tra questa gente ogni giorno passa il giovane Totò Sapore, un allegro e spensierato cantastorie senza il becco di un quattrino che, con chitarra e tamburo canta nei vicoli e nelle piazze della città e allieta gli animi della povera gente, che ogni giorno aspetta con impazienza lo spettacolino dell'esuberante ragazzo. Ma un giorno la vita di Totò cambia, accade quando Plcinella gli dona quattro pentole magiche Le pentole magiche hanno la capacità di trasformare qualsiasi cosa, anche una scarpa vecchia, in un cibo goloso e squisito. Grazie a queste pentole Totò realizza il suo sogno: diventare il più grande cuoco di Napoli. Ed è a questo punto che la storia diventerebbe noiosa se non entrassero in scena i Cattivi. Rispondi 'unica pecca che gli si può imputare è che per essere un film d'animazione italiano (bellissimo, alla faccia dei giapponesi), è un è pò troppo napoletanizzato e può risultare un pò difficoltoso per i bambini che non sono di Napoli. Tuttavia credo che questo sia stato necessario altrimenti la storia, ambientata tra i vicoli di Napoli, non avrebbe avuto molto senso. Inoltre i risultati parlano chiaro, Totò Sapore è stato apprezzato in tutta Italia, indifferentemente dal modo di esprimersi che i personaggi utilizzan
 
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annamariamennitti il 27/08/14 alle 21:11 via WEB
Napoli I suoi mille colori sono stati raccontati anche in musica, perché girare per Napoli non è solo ammirarne le sue sfumature è anche ascoltare il suo respiro: dalla musicale cadenza del napoletano alle neomelodie che riecheggiano in strada. Il Vesuvio a fare da guardaspalle ad un Golfo incantato, castelli che svelano tracce di regni antichi e quartieri popolari quasi sudamericani per la passione con cui si vive in strada: Napoli è un mix complesso da raccontare. Napoli, una città monumentale Una delle città più importanti della storia del nostro paese il cui centro storico è stato inserito nell'elenco dei patrimoni dell'Unesco già nel 1995. Già brillante come Partenope in epoca romana e come Neapolis ai tempi della Magna Grecia, il capoluogo campano raggiunge l'apice della sua grandezza in epoca contemporanea quando Napoli diventa la capitale del Regno delle Due Sicilie. L Le foto più belle di Napoli Scopri le più belle fotografie, cartoline e immagini di Napoli raccolte in una foto gallery d'autore e comincia a sognare il tuo prossimo viaggio.
 
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annamariamennitti il 27/08/14 alle 21:54 via WEB
"'O mare fa paura" Accussì dice 'a ggenteIl mare fa paura così dice la gente, guardando il mare calmo come una tavola guardanno 'o mare calmo, calmo cumme na tavula.Si dice così nelle giornate d'inverno qando il mare sialza e le onde salgono fino a raggiungere i palazzi Vergine Santa salva i figli di mamma E dice 'o stesso pure dint' 'e gghiurnate 'e vierno quanno 'o mare s'aiza, e l'onne saglieno primm' a palazz' 'e casa e pò a muntagne. Vergine santa... scanza 'e figlie 'e mamma!
 
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annamariamennitti il 31/08/14 alle 17:24 via WEB
Lago di Scanno: i misteri irrisolti del bacino a forma di cuore
 
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annamariamennitti il 03/09/14 alle 13:59 via WEB
igrotta è una zona della città di Napoli, nel quartiere Chiaia, situata fra la riviera di Chiaia, piazza Sannazaro e la stazione ferroviaria di Mergellina.
 
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annamariamennitti il 03/09/14 alle 14:10 via WEB
Come in ogni manifestazione popolare il canto era sempre stato parte importante della festa, anche dal punto di vista competitivo. Il popolo di cantori si riuniva in vico Venti in Santa Maria degli Angeli almeno un mese prima dell'inizio dei festeggiamenti per proporre il soggetto delle canzoni da portare alla festa, si tratta dello stile a' ffigliola che consiste «in un solista che intona il testo ed il coro che segue a cappella»[17]; questo stile di canto non è però da confondere con la voce è Napule dei venditori ambulanti e con i strambiotti o le villanelle delle massaie. La Piedigrotta musicale fu ufficialmente inaugurata l'8 settembre del 1835, con il trionfo di Te voglio bene assaje in un'atmosfera variopinta di suoni[9]. Oltre all'ascolto delle canzoni in gara, la manifestazione dava ampio spazio a tarantelle e macchiette basate su strumenti tradizionali, come putipù, triccheballacche,
 
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annamariamennitti il 04/09/14 alle 20:32 via WEB
La storia Il Parco è solo in parte quello che Luigi Vanvitelli progettò nel 1751 per i sovrani; le vicende storiche e quelle delle casse delle stato, nonché la morte del grande architetto (1773) determinarono un ridimensionamento dell’iniziale progetto, nel quale il Vanvitelli è riuscito ad integrare nel nuovo parco quello degli Acquaviva, che abbelliva la dimora del XVI secolo del Principe di Caserta. Una significativa variazione al progetto iniziale è stata anche la costruzione del giardino voluto dalla regina di Napoli, Maria Carolina, seguendo la moda proveniente dall’Inghilterra, e perciò detto Giardino Inglese.
 
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annamariamennitti il 04/09/14 alle 20:36 via WEB
Il Palazzo reale di Caserta fu voluto dal re di Napoli Carlo di Borbone, il quale, colpito dalla bellezza del paesaggio casertano e desideroso di dare una degna sede di rappresentanza al governo della capitale Napoli e al suo reame, volle che venisse costruita una reggia tale da poter reggere il confronto con quella di Versailles. Si diede inizialmente per scontato che sarebbe stata costruita a Napoli, ma Carlo di Borbone, cosciente della considerevole vulnerabilità della capitale a eventuali attacchi (specie da mare), pensò di costruirla verso l'entroterra, nell'area casertana: un luogo più sicuro e tuttavia non troppo distante da Napoli.[4] Dopo il rifiuto di Nicola Salvi, afflitto da gravi problemi di salute, il sovrano si rivolse all'architetto Luigi Vanvitelli, a quel tempo impegnato nei lavori di restauro della basilica di Loreto per conto dello Stato Pontificio. Carlo di Borbone ottenne dal Papa di poter incaricare l'artista e nel frattempo acquistò l'area necessaria dal duca Michelangelo Gaetani, pagandola 489.343 ducati, una somma che seppur enorme fu certamente oggetto di un forte sconto: Gaetani, infatti, aveva già subìto la confisca di una parte del patrimonio per i suoi trascorsi antiborbonici. Il re chiese che il progetto comprendesse, oltre al palazzo, il parco e la sistemazione dell'area urbana circostante, con l'approvvigionamento da un nuovo acquedotto (Acquedotto Carolino) che attraversasse l'annesso complesso di San Leucio. La nuova reggia doveva essere simbolo del nuovo stato borbonico e manifestare potenza e grandiosità, ma
 
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annamariamennitti il 18/04/15 alle 13:13 via WEB
La definizione di uno scienziato è colui che conosce la verità delle cose....noi ci rivolgiamo ad una scienziato perché sappiamo che lui sa ed ha una conoscenza esatta Essere scienziato significa che sa come stanno le cose nella realtà .....
 
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annamariamennitti il 12/05/15 alle 09:25 via WEB
Cuor di Puglia Culla di artisti dotti poeti,famosi musicisti, falsi profeti,,,,,A sera l'umile gente rinvangar le memorie di possenti guerrieri e ne decantano le glorie Il forestiere che arriva resta meravigliato per questa Puglia viva che è un dono del creato
 
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annamariamennitti il 14/05/15 alle 18:33 via WEB
annamariamennitti annamariamennitti il 13/05/15 alle 20:30 via WEB Bel racconto fra le due coppie tra baci del teatro e quelli dei loro cuori che felicità Mi ha colpito che la vita è un teatro e che il teatro è vita La finzione teatrale diventa più forte e la vita perde la sua consistenza si trasforma in teatro ,ma senza autore ciao Dino buona serata (Rispondi) dinobarili dinobarili il 14/05/15 alle 08:59 via WEB Ciao Annamaria - bel commento. Hai ragione. Mi piace ..."teatro senza Autore". Ma sarà proprio così? E' il Destino? Dove lo mettiamo? E se fosse proprio lui il vero Autore? Buona e felice giornata. Dino
 
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annamariamennitti il 29/05/15 alle 11:22 via WEB
La fama del poema è certamente legata al suo personaggio che rappresenta, anche secondo la nozione comune, l'uomo moderno. Una caratteristica di Ulisse è certamente l eroica, l'essere di bell'aspetto ed eticamente virtuoso, cui aggiunge uno straordinario senso pratico e una grande curiosità che, unita al suo incredibile genio, lo rendono capace di risolvere ogni ostacolo con successo.
 
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annamariamennitti il 06/06/15 alle 11:33 via WEB
“il rumore del vento tra le cime della foresta e il rombo del tuono mi hanno raccontato misteriose cose di Lui che non so ridire con parole”.......
 
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annamariamennitti il 06/06/15 alle 14:12 via WEB
Bellissimo racconto Pavia è veramente misteriosa descritta così bene da te. Hai detto bene ogni città è misteriosa, per chi sa osservare tanti particolari Il mondo è pieno di luoghi misteriosi e affascinanti. che nostri antenati (o forse gli alieni?) ci hanno lasciato in eredità. Le immagini e le suggestioni ci fanno viaggiare virtualmente in tutti i continenti a riflettere e sognare. Goffredo ed Evelina sentiranno sempre la stessa sensazione provata sull'isola delle Sirene tutte le volte che vorranno baciarsi ciao Dino
 
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annamariamennitti il 06/06/15 alle 20:16 via WEB
dinobarili il 06/06/15 alle 19:37 via WEB Ciao Annamaria - bellissimo commento. Le suggestioni di una città ... sono date in fondo dalle sensazioni e dalle emozioni dell'amore. Più un città genera amore ... più diventa misteriosa. Buona e felice serata. Dino
 
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annamariamennitti il 12/06/15 alle 19:41 via WEB
Gli archeologici che riportavano alla luce le rovine trovarono un iscrizione latina che li fece sorridere" Cacciare,andare alle terme, giocare ridere questa è vita I romani seguivano questo stile di vita per diverso tempo, e vivevano per il piacere momentaneo ,mangiamo beviamo,perché domani dobbiamo morire Un cristiano disse :guardatevi dalle cattive compagnie perché corrompono....
 
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