Sconfinando

Del fine e del mezzo (tam-tam)


Leggo su Repubblica la storia del ragazzino americano malato di Aids, un’odissea di abusi e sofferenza intorno alla quale – come per ogni storia dolorosa e lacrimevole che si rispetti – il paese si è stretto. Lacrime e compassione, condite di passaggi televisivi e inchieste, catene di solidarietà incluse. Leggo del sospetto che la lacrimevole storia in fondo altro non sia che un’abile messa in scena scritta-diretta-e-interpretata dalla madre stessa del ragazzo. Il tutto mentre editori e produttori si sono già contesi il succulento bocconcino a suon di milioni di dollari e di royalty.In fondo, si sa, pecunia non olet.Ma poi penso a tutte le lacrimevoli storie che piombano non richieste nella mia casella di posta.Dalla patologia sconosciuta alla malattia più strampalata.Tam tam.Fate girare la voce.Si sa mai che il pizzicagnolo sotto casa (Dio mio, esistessero ancora!) non abbia la soluzione alla quale nessuno era ancora arrivato. Un olio di Lorenzo buono per ogni occasione.Manca sangue gruppo 0+Tam tamFate girare la voce.Soprattutto intasate i centralini del Bambin Gesù o del Gaslini, che non hanno di meglio da fare, nella loro giornata.E poi  le ultime parole della ragazza in fin di vita dopo l’incidente causato da un ubriaco.Monologo straziante, in fondo tutte le tragedie che si rispettano lasciano l’ultima parola al personaggio principale, dispensatore di verità e consigli.E mi rendo conto che in tutto questo ho maturato un livello di disincantato distacco che in altri tempi mi avrebbe forse fatto paura.In questi casi non è la pecunia, lo so.Altri motivi, di altra natura, me ne rendo conto.Ma quel che conta è il fine.Non sempre lecito.Quasi mai.E se il mezzo sono le lacrime e la com-passione altrui, poco importa.[In foto, il percussionista Bruno Genero]