Sconfinando

Confiteor - o delle questioni mal poste


Siccome di polemiche è bello vivere, tanto vale, dopo aver affrontato la questione drogainparlamento dal punto di vista della forma invece che da quello della sostanza (di nuovo in senso lato), proseguire sempre con vis polemica sulla questione della messa in latino. Che anche in questo caso le parole voleranno grosse, latinismi e francesismi permettendo.Ora, anche qui su Libero ho già visto un corri-corri all'indignazione, prospettando, già che ci siamo, la reviviscenza della Santa Inquisizione.Ma la questione temo sia di nuovo mal posta.Di che si parla? Di forma o di sostanza?La messa tridentina, che poi è quella che verrà di nuovo ammessa, si celebra in latino e con il sacerdote rivolto al tabernacolo e dando le spalle ai fedeli. Fu sostituita negli anni Sessanta, dopo il Concilio Vaticano II, per favorire, attraverso l'uso della lingua, una maggiore vicinanza e comprensione tra la Chiesa e i fedeli.Fin qui niente di nuovo.Il che vuole che me ne faccia del suo latinorum risale a ben altre epoche.Il punto è il capire il perchè adesso.Il perchè a quasi 20 anni di distanza da Lefebvre e dal suo scisma.Perchè se la questione è di ritualità, il clamore mi sembra francamente fuori luogo. Non capisco perchè allora si vada ad assistere alla Messa secondo rito bizantino. O perchè - mi si perdoni il parallelismo forse fuori luogo - si ascolti musica inglese-africana-latinoamericana-francese-norvegese se non si capisce il significato delle parole.E' un rito, e come tale va seguito.Se invece la questione è di sostanza, credo che spetti alla Chiesa stessa illustrarne il senso.Di mio dico che non è certo il latino che scava un fossato.Non tra i fedeli e la Chiesa, perchè chi ha il dono della fede non conosce nè accetta il limite della comprensione.Ma tra la Chiesa e chi la fede non ha.(Vengo per altro da una generazione con nonne abituate alle preghiere in un latino storpiato, delizioso all'orecchio e non certo meno fedele nelle intenzioni)