Sconfinando

Da Turner a Mondrian il passo non è breve


Come lo scorso inverno, con la mostra dedicata a Van Gogh e Gauguin, anche questa volta l'impressione è quella dell'evento. Di richiamo. Di grande richiamo. Forse di troppo richiamo. Ma mi rendo conto, come spiegò bene il curatore della mostra precedente, che a volte è necessario creare questo tipo di eventi, per poter sostenere mostre forse di minore appeal per il grande pubblico, ma più preziose per i veri appassionati.
Detto questo, nella mostra Turner e gli impressionisti - La grande storia del paesaggio moderno in Europa (a Brescia, al museo di Santa Giulia fino al prossimo 25 marzo) c'è tanto da vedere. Quasi troppo, a onor del vero. Si parte con Constable e Turner, ai quali è dedicata la prima parte del percorso, per passare poi alla scuola di Barbizon, arrivando ai veri e propri paesaggi dell'impressionismo. Il che significa una profusione di Corot, Rousseau, Manet, Monet, Van Gogh, Gauguin, Cezanne, Pissarro, Sisley. Giusto per citare i più noti.
Il tutto suddiviso per aree tematiche: le marine, il bosco (Fontainebleu, naturellement), le città. E si chiude con un'ultima sezione, dedicata invece ai giardini, con veri e propri tripudi di colori e di luci. Lasciata la mostra dedicata ai paesaggisti, passare direttamente a Mondrian non è facile. E' necessario effettuare un bel reset mentale prima di affrontare un artista così diverso non semplicemente nel tratto, ma nella concezione stessa che sta alla base della sua opera. A noi è bastato un caffè, ma se abitassi a Brescia credo che avrei optato per una visita in due giornate diverse. Di Mondrian è narrato invece il percorso artistico e filosofico. Quel gran lavoro da lui compiuto non solo per distaccarsi da quei modelli rappresentati proprio dagli artisti della mostra precedente, ma per avvicinarsi a un concetto estremo del reale: la sintesi degli opposti, la perfezione dell'angolo retto, la purezza del colore primario. Tre sezioni in questo caso: la prima fase olandese, il periodo di Parigi, New York. Essenziale.