Sconfinando

Responsabilizz.ando


Ci sono notizie che ti [mi] riportano indietro di anni. Di tanti anni. E ti [mi] portano a riflettere su quanto sia cambiato il nostro [mio] modo di ragionare.Mi era capitata in una agenzia di qualche giorno fa e ora la vedo ripresa da Repubblica la notizia di questi ricercatori statunitensi che starebbero mettendo a punto un nuovo tipo di profilattico molecolare (così viene definito) destinato in modo specifico alle donne e - in modo ancor più specifico - alla protezione dalle infezioni da virus Hiv.Lasciando perdere tutti i dettagli (basta andare a leggersi l'articolo), non ultimo il fatto che in ogni caso ci vorranno almeno cinque anni prima che il condom molecolare esca dai laboratori per entrare in produzione, finisco per riflettere sul concetto di responsabilità.Mi ricordo, da ragazza, le grandi discussioni sulla pillola. Pillola sì - pillola no intesa non solo nella sua funzione primaria di strumento contraccettivo, ma anche come simbolo di autodeterminazione. Come volontà di non delegare all'altro. In qualche caso - oggi credo di poterlo dire - anche come mancanza di fiducia nella volontà o nella capacità dell'altro.Il condom molecolare, oggi, viene studiato per proteggere le donne non da gravidanze indesiderate ma da un virus. E rimette nelle loro mani la responsabilità della loro stessa salute, per tutti quei casi in cui i loro compagni non intendono condividerla. E mi domando se davvero - come ipotizzano i ricercatori americani - questo avvenga solo nelle zone più disagiate del pianeta. O non sia piuttosto un atteggiamento ben più diffuso.