Sconfinando

S.dottor.ando


Fabio Mussi, titolare dell'Università e Ricerca, si indigna. Cento lauree honoris causa in sei mesi sono troppe. Poche non sono, questo è certo. Ho provato a seguire il suggerimento che Beppe Severgnini dà sul Corriere della Sera, con una semplice ricerca su Google. E i risultati parlano da sè.E' questione nomi, a volte, è questione di senso altre, è questione di luogo altre ancora. E' evidentemente facile discutere delle lauree ai due dottor Rossi, ma mi domando anche che senso abbia conferire una laurea honoris causa in ingegneria informatica a due signori che si chiamano Vinton Cerf e Robert Kahn, che inventarono il protocollo Tcp/Ip e sono dunque a buon titolo considerati i padri di Internet. Che significato avrà mai quel titolo per loro? E a ben scorrere l'elenco delle lauree ben sparpagliate da un ateneo all'altro, vien da dire che nessuno se l'è risparmiata.Allora mi domando cui prodest. Al personaggio illustre? Quanta popolarità in più ha fruttato a Valentino Rossi il titolo accademico? Credo pochina. Pochina davvero.Allora, mi vien da dire, che in molti casi  (fatte le debite eccezioni come è d'obbligo) il beneficiario è l'ateneo. Che organizza belle cerimonie solenni, ne ricava un po' di visibilità e arrichisce il proprio palmares.Alla fine credo che ci siano abitudini vecchie a morire. L'Italietta dei dott.ing.cav.rag. sui biglietti da visita è la stessa di quarant'anni fa. Per quanto la si sia derisa e sbeffeggiata.Vanitas vanitatum et omnia vanitas.