Sconfinando

Ennilità catodiche


Da bambina, questi giorni erano contrassegnati dal tripudio televisivo. Cartoni animati, film d'annata e prime visioni, piccoli gioielli tirati fuori dalle cineteche e imbrillantinati per l'occasione. Walt Disney sui canali Rai e Asterix su Montecarlo. E a chiudere il 25 dicembre, in alternanza da par condicio ante litteram, un anno Il monello, un anno La febbre dell'Oro. Una sorta di tradizione nella tradizione. Pranzo di Natale e tutti insieme appassionatamente (non a caso) nel più classico dei cineforum casalinghi. Da sempre, più o meno. E fino a non molto tempo fa. Non sono certo passati secoli da quando sfogliavo il settimanale del Corriere in cerca della programmazione televisiva e facevo i conti con le videocassette disponibili in casa per la registrazione dei film più adatti alle bambine. Distrattamente - complice lo sciopero dei giornalisti - ho cercato di capire che cosa passasse il convento quest'anno. Ritrovandomi con gli stessi identici programmi di qualsiasi giorno dell'anno. Giochi, varietà e gran salotti tv, ridipinti di rosso e oro. Ma pur sempre gli stessi. Ignoro se la programmazione su satellite sia stata migliore. Me lo auguro, per lo meno per chi ha sottoscritto l'abbonamento. Noi ci siamo goduti qualcuna di quelle vecchie cassette. Con un briciolo di rimpianto, almeno per me. Una chicca però c'era, lo ammetto. Stamane alle nove. Come dire: un'impossibile matinée.