Sconfinando

Classica.mente insegn.ando


E in effetti, a ben pensarci, non saranno poche le case nelle quali giacciono dimenticati su qualche scaffale o infilati in scatoloni in soffitta non dico Erodoto e Senofonte, ma più semplicemente Dante, Manzoni, Verga e Pirandello, in compagnia di Italo Svevo, incubo di molte vacanze estive.Si leggevano a scuola. Si detestavano a scuola. Colpa di una lettura coatta, a esser generosi, o di insegnanti poco motivati a far comprendere non solo il significato dell'opera ma anche il senso di studiarla.Questione di fortuna, a volte.E ammetto di aver sorriso di piacere quando Silvia, qualche giorno fa, un po' amareggiata da un dissidio con qualche amica, è arrivata trionfante con i Promessi Sposi in mano dicendo: "aveva ragione la prof. Leggi qui".Questo era il brano. Ma io ringrazio quell'insegnante. Lei sa perchè. E anche Silvia lo sa. Lo so. Una delle più gran consolazioni di questa vita è l'amicizia; e una delle consolazioni dell'amicizia è quell'avere a cui confidare un segreto. Ora, gli amici non sono a due a due, come gli sposi; ognuno, generalmente parlando, ne ha più d'uno: il che forma una catena, di cui nessuno potrebbe trovar la fine. Quando dunque un amico si procura quella consolazione di deporre un segreto nel seno d'un altro, dà a costui la voglia di procurarsi la stessa consolazione anche lui. Lo prega, è vero, di non dir nulla a nessuno; e una tal condizione, chi la prendesse nel senso rigoroso delle parole, troncherebbe immediatamente il corso delle consolazioni. Ma la pratica generale ha voluto che obblighi soltanto a non confidare il segreto, se non a chi sia un amico ugualmente fidato, e imponendogli la stessa condizione. Così, d'amico fidato in amico fidato, il segreto gira e gira per quell'immensa catena, tanto che arriva all'orecchio di colui o di coloro a cui il primo che ha parlato intendeva appunto di non lasciarlo arrivar mai.Alessandro Manzoni [da "I Promessi Sposi", cap. 11]