Sconfinando

Parol[i].amo


"Piano piano imparai ad amare le parole col gusto che il musicista ha per i suoni ed i timbri, il pittore per i colori e gli impasti, lo scultore per le forme e la pelle della materia; ma in più c'era tutta l'infinita ricchezza semantica, il mondo sconfinato dei pensieri e dei sentimenti che le parole risvegliano e mettono in moto, che sono capaci d'evocare con precisione terribile o vaghezza dolcissima. La parola era infine un tesoro e una bomba. Ma soprattutto era una caramella, qualcosa da rigirare tra lingua e palato con voluttà, a lungo, estraendone fiumi di sapori e delizie". [Fosco Maraini]Sentire questa sera in televisione Gigi Proietti recitare Il lonfo, mi ha fatto pensare a questo gusto di parolare, anche solo per il piacere di farlo. Per giocare, senza dover per forza dire o pensare. Per imbrattar fogli o schermi, come i bambini con un tubo di tempera e una parete bianca. Il LonfoIl lonfo non vaterca né gluiscee molto raramente barigatta,ma quando soffia il bego a bisce biscesdilenca un poco, e gnagio s'archipatta.È frusco il lonfo! È pieno di lupignaarrafferìa malversa e sofolenta!Se cionfi ti sbiduglia e t'arrupignase lugri ti botalla e ti criventa.Eppure il vecchio lonfo ammargellutoche bete e zugghia e fonca nei trombazzifa lègica busìa, fa gisbuto;e quasi quasi, in segno di sberdazzigli affarfaresti un gniffo. Ma lui zutot'alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.Il giorno ad urlapicchio Ci son dei giorni smègi e lombidiosicol cielo dagro e un fònzero gongrutoci son meriggi gnàlidi e budriosiche plògidan sul mondo infrangelluto,ma oggi è un giorno a zìmpagi e zirlecchiun giorno tutto gnacchi e timparlini,le nuvole buzzìllano, i bernecchiludèrchiano coi fèrnagi tra i pini;è un giorno per le vànvere, un festicchioun giorno carmidioso e prodigiero,è il giorno a cantilegi, ad urlapicchioin cui m'hai detto "t'amo per davvero".