Sconfinando

Sidney vs. Barack


Il cineforum casalingo di ieri sera prevedeva un classico dei classici: Indovina chi viene a cena? Le ragazze, per altro, lo avevano da poco visto a teatro, nella rilettura di Patrick Rossi Gastaldi con Gianfranco D’Angelo e Ivana Monti. La storia quindi era ben nota. L’occasione era quella giusta per godere semplicemente della bravura di due mostri sacri come Spencer Tracy e Katharine Hepburn.  Poi però sopravvengono altri pensieri. E vien da dire che in fondo non era difficile superare quella certa prevenzione di stampo razziale se il futuro genero era prestante come Sidney Poitier, intelligente, pieno di buoni sentimenti e di un curriculum professionale da far paura. Per farla breve, diamo pure la tara all’epoca e agli anni del film, ma il gioco non era certo così difficile. Insomma, era più duro per uno Shark come Bernardo accettare che un Jet come Tony si innamorasse ricambiato di Maria. E infatti la loro storia è finita come è finita.Tornando a Sidney Poitier e al film, mi è venuto facile il parallelo con l’America di oggi.
Soprattutto leggendo che il senatore Biden, parlando del candidato Barack Obama, se ne è uscito con questa infelice osservazione: "I mean, you got the first mainstream African-American who is articulate and bright and clean and a nice-looking guy", che tradotto suona pressappoco così: un afroamericano intelligente, articolato e dall'aspetto gradevole e pulito. Probabilmente voleva essere un complimento. Fatt'è che l'America di oggi ha bisogno degli stessi modelli. Non a caso di Obama tutti parlano come di un nuovo Kennedy. Ma di colore. E con le stesse credenziali di Sidney Poitier.