Sconfinando

Lavor.ando


Va bene, lo ammetto: nessuno nella mia vita mi ha ancora offerto di andare a fare la perforatrice di torte o la verificatrice della perfetta rotondità delle pastiglie. Non tolgo brioscine ammaccate dal nastro trasportatore e neppure mele marce dalla vasca di lavaggio. Il che fa di me una fortunata mortale, visto che non ho (finora) mai sperimentato cosa significhi un crap job. Almeno secondo la classificazione fatta dalla rivista inglese The Idler, che ha persin tratto un instant book sui peggiori lavori al mondo. Prendendo lo spunto dall'articolo di Repubblica, ho anche dato un'occhiata a qualcuno dei racconti pubblicati da The Idler. Nella media, si parla di esperienze estive, di lavori temporanei, dei classici primi impieghi del dopo-scuola, in attesa di qualcosa di più definitivo. Ora, dal baby sitting all'assistente in colonia, dalla distribuzione di volantini alla friggitoria di MacDonald, racconti suggestivi si possono trovare anche qui. Giusto l'altro giorno parlavo con una amica di mia figlia: dopo ore a frigger chiacchiere in pasticceria non riusciva nemmeno ad avvicinarsi al suo moroso, nauseato dall'odore di zucchero a velo che la fanciulla emanava. (tzè.. uomini)Si sorride, certo.Poi però vien da pensare che per quanto crap un lavoro sia, sempre lavoro è. E quando serve non per pagarsi gli sfizi o le vacanze ma per poter vivere o per mantenersi agli studi, credo che non ci sia nulla di troppo crap. Ci sarebbe semmai da ragionare su altri aspetti, che vanno dalla sicurezza alla retribuzione alla tutela dei lavoratori. Ma lì, si cade nell'abisso. Inesorabilmente.