Sconfinando

Quella parola che inizia per enne


C'è sicuramente una forte spinta sociale nella decisione presa in questi giorni dalla Commissione per i diritti civili della municipalità di New York, che ha approvato all'unanimità una moratoria per mettere al bando quella parola che inizia per enne (the n-word), vale a dire nigger. Nell'articolo pubblicato sul New York Times, il consigliere Leroy Comrie parla di un abuso di un termine, che si sente utilizzato come epiteto ogni due per tre (You hear it 10 times within two minutes), carico di significati troppo pesanti per essere utilizzato alla leggera. Credo anche che ci sia un'altrettanto forte spinta sociale in Carlo di Inghilterra, quando lancia l'idea di vietare i MacDonald's  nel suo Paese, responsabili della pessima alimentazione dei più piccoli.Le due notizie, solo apparentemente slegate, hanno in sè un unico filo conduttore: un divieto, se pure solo morale, come nel caso della n-word, per correggere comportamenti scorretti. Non voglio tornare al vietato vietare. Sono altresì convinta che in molte situazioni delle presi di posizioni forti ci vogliano, anche se rischiano di lasciare il tempo che trovano quando si arriva agli effetti pratici.Tuttavia, credo che il lavoro più importante debba nascere dentro di sè. Da una educazione, nel senso più lato che questa parola può avere.Un'educazione alla corretta alimentazione, che è anche educazione al rispetto per la nostra e l'altrui salute.Un'educazione del nostro spirito. Non credo che il comico Michael Richards, che si era rivolto [...]a due giovani afro-americani, rei di aver interrotto il suo numero, esortando la maschera a buttarli fuori «perché sono dei sfottuti nigger, che solo 50 anni fa avremmo appeso a testa in giù ad un albero con un forcone nel sedere»[...], sarebbe in grado di modificare il suo fine pensiero ex-lege.C'è un lavoro nel profondo da fare, un lavoro che spesso si trascura con la forza dei proclami. Educhiamoci, si.