Sconfinando

Del celo e del manca


Secondo me il lettore del Tg stasera non è mai stato bambino. Perchè uno che per ricordare la figura di Franco Panini parla del gioco del "ce l'ho, manca" ha già perso il senso del ritmo. Celo-celo-manca, così si fa. E io sono di quella generazione lì, di quelli che anche se l'album non lo avevi con le figu ci giocavi lo stesso. Ci giocavi a muro, ci giocavi a soffio, misurando a occhio il mazzetto per poi piegarlo al centro al punto giusto perchè se ne voltassero il più possibile. Tra femmine eravamo più tranquille: le figurine si scambiavano. Certo sapevi che per una introvabile dovevi sganciare qualche figu in più, ma in fondo era questione di prezzo. Coi maschi era diverso. La contrattazione era la parte finale del gioco. Quella che si faceva dopo aver vinto e aver perso. E mi ricordo che i più accorti separavano le figu in partenza. Quelle da giocare in una tasca, probabilmente le doppie o le scartine, quelle da scambiare in un'altra. E alla fine qualcosa ci guadagnavano sempre: l'importante era portare a casa qualche pezzo mancante, non la dimensione del pacchetto, rigorosamente legato con l'elastico. Probabilmente avran fatto carriera. Perchè poi, in un'età in cui ancora dovevi capire la differenza tra una bisdrucciola e una trisducciola, sapevi perfettamente che differenza c'era tra valide, bisvalide e trisvalide. Altro che Borsa e bond. Che dire. Grazie, Monsieur Panini.