Sconfinando

Questione di linea


La premessa è quella dell'altra volta. Facciamo che sono degli imparaticci, come quando uno ci prova, prima di iniziare un ricamo, o un maglione, o solo una coperta. Ovviamente nella mia vita di imparaticci ne ho fatti tanti, di maglioni molto meno. La stessa cosa vale per questo gioco di in_mezzo_alla_segale. Gioco. Null'altro.
Mani nell’acqua, una foglia dietro l’altra, sciacqua veloce. La pentola sul fuoco, la mente persa dietro alcune questioni di lavoro rimaste in sospeso. E di sottofondo la tv, quel solito preserale acceso più per compagnia che per interesse. Con quella domanda finale sulla quale come ogni sera finge di arrovellarsi, giusto prima della sigla del tg. Ultimo risciacquo, poi cassetto, tovaglia, posate, piatti. Quel ritmo normale di tutte le sere. Pubblicità. Il domandone. Un’occhiata distratta al montepremi: troppi zeri per rendersene quasi conto. E come tutte le sere si ferma, la mano sul mento, ascolta. Ascolta e capisce. Prima ancora del punto di domanda finale. Prima ancora che il conduttore domandi. Prima ancora della scritta in sovrimpressione. La so, la so, la so, la so. Lo sguardo fisso. La mano si allunga verso il telefono. La so, la so, la so. Oddio tipregotipregotipregotiprego, fa che sia libero. Tu-tu-tu-tu-tu. La so, la so, la so, la so. Daidaidaidaidai. Tuuuu-tuuuuuuu-tuuuuuuu. Quasi non sente la voce all’altro capo, sommersa dal frastuono del suo cuore, che le arriva fin nelle orecchie. Gentile, la signorina le chiede i suoi dati. Nome, cognome, indirizzo, recapito. Tra poco andrà in onda, stia pronta. Sorride, ce l’ho fatta, lo sguardo allo schermo, e quella scritta in giallo. Tutti quegli zeri. Quanti. Troppi. Li conta. Li conta di nuovo, mentre una domanda si insinua tra i suoi la so, la so, la so. E poi?Già… e poi?Il pollice si sposta sul pulsante rosso. Preme. Click.….Questa sera la sapevo sai? Perché non hai telefonato?Figurati se prendevo la linea…Già.. figurati.