Sconfinando

Femminil.mente [again]. Ovvero, dello straccio e del pavimento


L'idea più strampalata che io mi ricordi di queste lunghe estati bergamasche furono però le borse ricamate. Io non mi ricordo chi diede l'idea, ma sono pronta a giurare che lacopiammo da qualche giornale femminile. Allora andava di moda Bella, che aveva sempre lunghe sezioni dedicate al lavoro a maglia, a uncinetto, al ricamo e anche alla creazione di questi che venivano definiti accessori moda. Per ottenere una magnifica borsa ricamata, mi ricordo, bisognava parte da uno straccio del pavimento. Meglio bianco piuttosto che grigio, ma di quelli lavorati a nido d'ape. Lo straccio del pavimento, nuovo e mai lavato, serviva dunque da canovaccio sul quale ricamare con la lana disegni fittissime: ricche geometrie, arditi giochi astratti, policromie invadenti. Non un centimetro, ma che dico, non un millimetro del tessuto restava scoperto: alla fine, la borsa veniva ripiegata a metà, cucita sui lati con lana in tinta con il motivo scelto e dotata di manici di lana intrecciata.Io mi rendo conto che a dirla oggi sembra un obbrobrio. All'epoca fecero però furore e ne confezionammo in quantità. Del resto, le nostre nonne, che lavoravano sì e bene a maglia, erano stufe di far presine con gli avanzi di lana.