Sconfinando

Regolar.mente


Prima Letizia Moratti propone il test antidroga gratuito alle famiglie. Poi, Livia Turco ventila l'idea di affidare ai Nas compiti ispettivi antidroga nelle scuole. Chi applaude, chi si indigna, chi resta freddino e chi scuote la testa. In queste cose, va da sè, c'è spazio un po' per tutto e un po' per tutti. Nel mare dei commenti che ho letto e ascoltato in queste ultime ore, devo dire che la riflessione proposta da Michele Serra su Repubblica mi è piaciuta. Già il titolo, lo risconosco, la dice lunga: L'alibi dell'emergenza; in realtà l'articolo contiene tali e tanti spunti che lo quoterei in toto, giusto per passarlo in esame punto per punto.In sintesi estrema, quello che mi colpisce è la serena disamina di una situazione diffusa, senza caccia alle streghe, ma con qualche amara considerazione dalla quale sarebbe bene partire per una riflessione più generale alla quale dovrebbero fare seguito azioni concrete non demagogiche.Negare la de-regulation civile, come la chiama Serra, mi sembra davvero impossibile. E basterebbe scorrere le cronache cittadine (di qualsiasi città temo) per rendersene conto. Che necessità c'era (faccio un esempio locale recente) di dar fuoco alle mucche della Cow Parade o di gettarle nelle fontane per festeggiare una Coppa? Divagazioni a parte, mi soffermo su paio di punti soli, che mi sembrano particolarmente significativi: [...]Ci sono sirene che suonano perché devono suonare, perché un'emergenza è in atto. Ma sarebbe un bel guaio se il suono di una sirena, o un lampeggiante dei carabinieri davanti a scuola, servissero da alibi alle inadempienze di chi ha già il potere quotidiano di sorvegliare, di intervenire, di educare, di aiutare. [...] [...]Un carabiniere in ogni scuola e in ogni casa, oltre a essere un lusso che neanche lo Stato più ricco del mondo potrebbe concedersi, servirebbe forse a garantire più sicurezza. Ma scaricherebbe la coscienza degli adulti dal compito di occuparsi dei ragazzi: di essere noi i primi carabinieri, le prime autorità sanitarie e etiche, senza divisa e senza potere di arresto, ma favoriti da una prossimità, e da un amore, che troppo spesso dimentichiamo di avere, dimentichiamo di usare. E devo dire che le ultime tre righe sono quelle che mi convincono di più.