Sconfinando

Delle regole [senza eccezioni]


La regola, per mia madre, era ferrea. Mai uscire - e dico mai - senza gettone del telefono in tasca. Ogni tanto, giā sulla porta di casa, mi prendeva in contropiede. Dov'č il gettone? Fortunatamente, dopo un paio di falli, il gettone miracolosamente saltava fuori. E lei stava tranquilla. Il gettone del telefono, nella sua visione, era quella sorta di assicurazione contro gli imprevisti che mi avrebbe consentito di avvisarla in caso di ritardi, contrattempi o problemi. Risparmiando a lei il patema e a me le ramanzine. Posto, va da sč, che nei paraggi di quell'ovunque io mi trovassi ci fosse una cabina, con un telefono funzionante, per di pių. Non era una regola poi cosė difficile da osservare, tanto pių che dopo qualche anno i telefoni pubblici iniziarono ad accettare anche le monete, rendendo il tutto ancor pių semplice. Questa fissazione di mia madre con il gettone mi č tornata in mente guardando oggi una galleria fotografica su Repubblica, dedicata alle cabine telefoniche. Cosė come mi sono tornate in mente le code per chiamare casa, durante le estati al mare o in montagna, brontolando per le conversazioni un po' troppo lunghe di chi era davanti. Guardavo con angoscia il numero dei gettoni in mano a chi mi precedeva, cercando di calcolare quanto lunga sarebbe stata la chiamata. E guardavo con ansia crescente l'orologio, se il destinatario della mia telefonata era un moroso con il quale avevo concordato in anticipo data e ora. Oggi, devo dire, qualche cabina ancora in giro la vedo, ma ho la sensazione che venga utilizzata pių che altro per conversazioni internazionali. Come i Taxi Phone, su per gių.Poi ci sono i cellulari. E i messaggini. E gli squilli.E poi ci sono io, con le mie regole: quando uscite, prendete il cellulare, mi raccomando. Talis mater...